PARIGI – Dares (Direction de l’animation de la recherche, des etudes et des statistique), istituto pubblico che conduce ricerche statistiche sul mercato del lavoro in Francia, ha recentemente pubblicato un dossier sul lavoro notturno.
Come si è evoluto negli ultimi dieci anni? Quanti sono i lavoratori che lavorano di notte? Quali le loro caratteristiche? Quali sono le mansioni che ricoprono? Che conseguenze ha il lavoro notturno sulla loro vita e sulla loro salute? La ricerca riporta dati aggiornati al 2009.
Il lavoro notturno è in aumento: dal 1991 al 2009 il numero di lavoratori impegnati in lavoro notturno è più che duplicato. In Francia nel 1991 il 3,5% della forza lavoro era impegnata di notte, nel 2009 la percentuale è salita al 7,2%: sono circa tre milioni e mezzo di persone tra lavoratori abituali e lavoratori occasionali.
Un fortissimo aumento si è verificato negli ultimi anni per la presenza femminile nel lavoro notturno: più donne lavorano di notte, soprattutto donne tra i 20 e i 29 anni impegnate nell’industria agroalimentare e dell’automobile e nel settore dei servizi alla persona. La presenza di donne che lavorano di notte tende poi a diminuire quando la donna si trova a dovere gestire una famiglia e dei bambini piccoli.
In quali ambiti è più forte la presenza di lavoratori notturni?
La statistica mette al primo posto i trasporti; a seguire l’industria agroalimentare e il comparto energetico e a breve distanza il lavoro amministrativo, la sanità, l’educazione, l’assistenza sociale e i servizi privati.
Le professioni più comuni tra gli chi lavora di notte sono il conduttore di veicoli, il poliziotto e il pompiere. Queste mansioni sono svolte in buona parte da personale di sesso maschile. Al terzo posto della classifica dei lavori notturni c’è l’infermiera o badante, incarico ricoperto per il 90% di casi da donne.
Quali sono le condizioni di lavoro per questi lavoratori?
Le condizioni di lavoro che affrontano sono più difficili: devono spesso ricoprire più ruoli contemporaneamente, devono sostenere ritmi di lavoro più serrati, devono lavorare con ridotte capacità psico-fisiche e con il costante timore che un errore potrebbe avere gravi conseguenze. Inoltre alcuni tipi di lavoro notturno, ad esempio i lavori in polizia o l’assistenza a persone malate, portano con sè un carico emotivo molto pesante, inoltre espongono i lavoratori a rischio di aggressioni verbali o fisiche da parte delle persone con cui questi entrano in contatto.
Tutto questo rende i lavoratori notturni dei lavoratori particolarmente esposti al rischio stress lavoro correlato.
Quali le conseguenze per la qualità della vita e per la salute?
Anche se il lavoro notturno è visibile e misurabile non è lo stesso per le conseguenze che questo provoca a lungo termine per la salute dei lavoratori: è difficile definire con esattezza l’impatto di questo tipo di lavoro sulla salute dei lavoratori.
Lavorare di notte altera i ritmi circadiani di sonno veglia e le conseguenze di questo sono molto ampie: primi fra tutti questi lavoratori soffrono di disturbi del sonno e di problemi della digestione spesso causati da cattive abitudini alimentari. Dalla generale alterazione dei ritmi vitali possono derivare poi disturbi all’apparato riproduttivo, malattie del’apparato cardio-vascolare, e problemi psicologici spesso aggravati anche da una diffusa difficoltà di mantenere una vita sociale e di condurre una vita soddisfacente.
Infine, recenti ricerche condotte dal CIRC, centro internazionale di ricerca sul cancro, su studi effettuati su infermiere e hostess a rilevato un aumento del rischio di cancro al seno tra coloro che lavoravano di notte.