ROMA – Negli ultimi giorni sono morte sul lavoro nove persone. Alcuni italiani, alcuni stranieri, operai che lavoravano in ambiti diversi a Bergamo, Frosinone, Viterbo, Trieste, Piacenza, Como, Foggia, Spoleto e Cuneo. Da nord a sud tutto lo stivale è stato ancora percorso da una catena di tragici eventi.
Questa notte un’esplosione in una cartiera di Lallio, a Dalmine vicino Bergamo, ha ucciso Rosario Spampinato, operaio di cinquant’anni addetto al turno di notte. Erano con lui altri sette colleghi, scampati al dramma scappando fra le fiamme.
Si chiamava Silvano Giordano e aveva 35 anni l’operaio morto a Cometto di Borgo San Dalmazzo (Cuneo) schiacciato tra due pale telescopiche lo scorso mercoledì. Soccorso, l’uomo è deceduto in ospedale.
Non è noto il nome dell’operaio polacco, un ragazzo di 28 anni, morto martedì scorso cadendo da un’impalcatura montata per riparare il tetto di una fabbrica a Supino (Frosinone). Nello stesso giorno moriva Giuseppe Delle Monache di 58 anni schiacciato da una lastra di marmo in una cava di peperino a Soriano al Cimino (Viterbo) e, in un incidente simile, moriva ad Aurisina (Trieste) un operaio straniero di 59 anni, schiacciato dal distaccamento di uno sperone di roccia.
Per una caduta dall’alto ha perso la vita Gheorghe Barbuta, operaio edile romeno a Rottofreno (Piacenza) e sempre in un cantiere è morto a Montano Lucino (Como), un operaio di 56 anni colpito alla testa da un masso.
Il giorno prima, il 22 novembre, a Foggia Marcello Cassinese di 43 anni moriva schiacciato da un bancale carico di confezioni di zucchero e a Trevi (Spoleto) una banale caduta si trasformava in tragedia: C.G. moriva cadendo su una grossa vite in un cantiere edile.
Immediate le reazioni da parte dei sindacati, cui si unisce la voce dell’ANMIL, per chiedere un intervento forte e deciso da parte del governo.
Accorato ancora una volta l’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lanciato in un messaggio inviato al sindaco di Campello sul Clitumno, Paolo Pacifici, per il quinto anniversaio della tragedia che colpì il paese. Quando l’esplosione di una cisterna uccise quattro lavoratori. “Al di là della drammatica complessità dei fatti e delle conseguenti difficoltà nell’accertamento” – ha dichiarato il Presidente – “essenziale perché possa esservi giustizia, delle responsabilità che simili eventi spesso presentano, va in ogni caso rifiutata l’dea che si tratti comunque di inevitabili tragiche fatalità. Né alcun cedimento è ammissibile per ciò che deve essere l’impegno di tutti, istituzioni pubbliche, anche locali, mondo delle imprese, pubblica opinione, insieme con la vigile consapevolezza degli operatori, affinché la sicurezza e la dignità del lavoro abbiano quella valenza primaria che la costituzione pone a fondamento della Repubblica”.
Il nuovo ministro del Lavoro Elsa Fornero, intervenuta nel corso dell’assemblea della Confederazione nazionale dell’artigianato ha dichiarato: “Il tema della sicurezza sul lavoro sarà centrale nel lavoro del governo e nel mio impegno personale, deve rimanere e resterà centrale nell’azione del governo. È un mio impegno, numeri di questo tipo impongono uno sforzo collettivo di reazione e impongono di affrontare e risolvere nodi che sono incompatibili con la dignità umana”.