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Disagio mentale e lavoro, ricerca OCSE

PARIGI – “Sick on the job? Miths and realities about mental health and work ” è il titolo di una ricerca condotta dall’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che affronta il problema della salute mentale in ambito lavorativo. La ricerca riporta un quadro preoccupante della situazione che la caduta di alcuni tabù riguardo la malattia mentale permette ora di rilevare con maggiore precisione.

La malattia mentale sta diventando un problema crescente per la società e sta incidendo gravemente sulla produttività e il benessere sul luogo di lavoro. Un lavoratore su cinque soffre di disagio mentale clinicamente diagnosticato. I disturbi sono di natura diversa e vanno dall’ansia, alla depressione a patologie psichiatriche più gravi. Soggetti particolarmente esposti sono i giovani adulti, le donne e persone con un basso livello di istruzione. Spesso queste persone non ricevono alcun trattamento di cura.

Tre su quattro lavoratori che hanno disordini mentali hanno una produttività lavorativa ridotta. Le assenze sul luogo di lavoro sono molto più frequenti e dal 30 al 50 % delle richieste di contributi per disabilità sono assegnati a persone con malattie mentali.  Tutto questo si concretizza in un costo per l’Unione europea pari a circa il 4% del PIL.

La maggiorparte, dal 55% al 70%, delle persone che hanno disturbi mentali lavora ma trovare lavoro è due o tre volte più difficile. L’aumento di precarietà e di pressione nel mondo del lavoro può avere conseguenze sulla salute mentale dei lavoratori che sempre più spesso soffrono di stress lavoro correlato  e esaurimento.

Un dato importante è che la metà dei disturbi mentali insorge con l’adolescenza. Questo vuol dire che lavoratori molto giovani si trovano a rischio di non trovare lavoro, di perderlo facilmente oppure di  lavorare con una produttività molto ridotta. Ne consegue che la richiesta di contributi per disabilità è fatta da persone giovani che entrano nel sistema previdenziale dopo pochissimo tempo di attività lavorativa. Per contrastare questo fenomeno bisogna intervenire con programmi di prevenzione precoci che possano limitare l’insorgenza della malattia tra i giovani.

Soprattutto è necessario cambiare l’approccio al problema della salute mentale in ambito lavorativo e intervenire in modo globale sul luogo di lavoro per migliorarne le condizioni. È necessario approntare piani per ridurre e gestire meglio lo stress, aiutare i datori di lavoro a ridurre i conflitti sul luogo di lavoro, monitorare sistematicamente l’andamento delle assenze per malattia per intervenire presto sul disagio e far tutto il possibile affinché problemi di salute mentale non portino alla perdita del lavoro.

Per approfondire: pagina dell’OCSE dedicata al report (in inglese)

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