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Forum economico mondiale, cinque punti dei sindacati per uscire dalla crisi

DAVOS – Si è svolto nei giorni scorsi a Davos il Forum economico mondiale, occasione che ha visto  leader di tutto il mondo confrontarsi sulle principali questioni economiche e politiche attuali. Obiettivo del Forum, a partire da una seria analisi e confronto con la realtà economica mondiale è “migliorare la situazione del mondo”.

L’economia mondiale è in difficoltà e la crisi globale del debito sovrano ha dato il via ad una profonda riflessione sulla efficacia degli attuali modelli economici. La presente situazione mondiale mostra con chiarezza che una società basata sul principio del massimo profitto non è in grado di costruire una società equa, stabile e inclusiva. La disoccupazione rappresenta un’emergenza globale (leggi anche “Occupazione emergenza del futuro, pubblicato report ILO 2012″ ) e la grande maggioranza dei cittadini non ha accesso a posti di lavoro dignitosi con un salario equo e un’adeguata protezione sociale.

A Davos La Confederazione sindacale internazionale (ITUC-CSI) ha presentato un documento che individua cinque punti per fare fronte a questa situazione,  e ha invitato tutti i leader politici ed economici intervenuti al Forum ad impegnarsi per mettere l’occupazione al primo posto della loro agenda. Questi i punti individuati nel documento “Labour’s Five Demands for Jobs, Growth and Equity”.

Al primo posto c’è il lavoro. I sindacati chiedono a tutti i governi “un investimento del 2-3% del PIL (pubblico e privato) in uno sforzo coordinato per creare nuovi posti di lavoro” e individuano poi nella green economy e nei servizi pubblici di qualità le nuove opportunità di occupazione. Chiedono inoltre investimenti in istruzione e formazione e specifici interventi in materia di occupazione giovanile.  Juan Somavia, Segretario Generale dell’ILO, ha recepito quanto chiesto dai sindacati e ribadito che è compito dei governi insieme alle aziende farsi carico di questo problema e ha sottolineato la necessità di configurare nuovi sistemi di incentivi alle imprese per l’assunzione di giovani e stanziare fondi per costituire borse per la formazione e facilitare la transizione scuola-lavoro.

Al secondo posto il lavoro dignitoso. Sono urgenti misure per tutelare la grande parte di lavoratori che non ha accesso a salari minimi e condizioni di lavoro eque e sicure. Ogni paese dovrebbe dotarsi a questo fine di un  Piano di Protezione Sociale che contribuisca a ridurre le disuguaglianze.

Al terzo posto la richiesta di più trasparenza nel mondo bancario. I sindacati chiedono ai governi decise azioni di regolamentazione finanziaria perché solo così si potrà tornare a dare energia alla economia reale.

Il quarto punto riguarda la tassazione e l’equità contributiva. I sindacati chiedono sforzi per il risanamento dei bilanci statali, la riduzione delle speculazioni e l’investimento in sviluppo, protezione sociale e servizi pubblici.

In ultimo al quinto punto il documento tratta della crisi ambientale. Necessario agire urgentemente per contrastare i cambiamenti climatici perchè “Non ci sono posti di lavoro su un pianeta morente”. L’ azione clima prevede che i governi dei paesi industrializzati riducano le emissioni del 25-40% entro il 2020.

“Non ci sarà crescita se i governi non investiranno utilizzando questi cinque principi come una Road Map”. Questo quanto dichiarato da Philip Jennings, segretario generale dell’UNI Global Union.

Per approfondire: Davos 2012: cinque richieste sindacali per lavoro, crescita e giustizia.

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