ROMA – La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alle “morti bianche”, nella seduta del 17 gennaio 2012 ha approvato all’unanimità la “Terza relazione intermedia sull’attività svolta nell’anno appena conclusosi”. Relatore il presidente della Commissione il senatore Oreste Tofani.
Il documento, che si sviluppa in cinque sezioni e più di 250 pagine, illustra le attività della Commissione a partire da una presentazione della sua organizzazione, delle sue finalità e degli strumenti di lavoro di cui si avvale: audizioni e sopralluoghi, gruppi di lavoro, acquisizione di documenti e relazioni.
Questo il contenuto della prima sezione, a carattere istituzionale, cui segue una seconda parte dedicata all’analisi del sistema di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia.
Le restanti tre sezioni sono dedicate a tracciare un resoconto dei lavori svolti dalla commissione nello scorso anno: le attività di approfondimento svolte dai gruppi di lavoro su temi particolari e i sopralluoghi effettuati dalla commissione, per la maggiorparte dei casi nei luoghi dove si è verificato un grave incidente o in aree che presentano una incidenza del fenomeno infortunistico di entità rilevante.
I temi che sono stati oggetto di inchiesta di approfondimento da parte della Commissione sono:
- “Gli infortuni legati alle macchine e attrezzature da lavoro.Il problema del settore agricolo-forestale;
- I problemi della sicurezza sul lavoro nel settore delle attività;
- La qualificazione dei formatori per la sicurezza sul lavoro;
- La ricerca e l’alta formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
- Le malattie professionali legate all’esposizione da amianto;
- I problemi della sicurezza sul lavoro nel settore degli appalti e subappalti e la qualificazione delle imprese del settore edile”.
Nell’arco del 2011 sono tredici i sopralluoghi effettuati dalla commissione per esaminare in prima persona siti, luoghi e condizioni di lavoro in situazioni che hanno mostrato particolari criticità e per condurre audizioni estese a tutti i soggetti toccati da eventi tragici quali incidenti sul lavoro che hanno causato il decesso di lavoratori. Un esempio fra tutti il sopralluogo effettuato a Barletta in seguito del crollo della palazzina dove hanno perso la vita quattro lavoratrici e una ragazza.
Il documento si chiude con una sezione dedicata alle considerazioni conclusive dove sono sintetizzati i punti salienti di tutti i temi affrontati dalla relazione. Si possono raggruppare in tre macroaree le considerazioni prodotte. Una prima serie di rilevazioni riguarda lo stato di attuazione del D.Lgs. 81/08, altre considerazioni attengono specifiche categorie di lavoratori e realtà del mondo del lavoro che presentano ad oggi particolari rilevanti criticità e necessitano specifiche misure di garanzia e, in ultimo, considerazioni sono rivolte alla necessità di promuovere uno stretto rapporto di collaborazione con le istituzioni accademiche e scolastiche per promuovere e diffondere capillarmente la cultura della sicurezza.
A un primo livello di riflessione viene detto che il completamento dell’attuazione del decreto 81 è pressoché ultimata. Resta ancora qualcosa da fare in materia di normazione secondaria, i decreti attuativi, che peraltro anche se non perfezionati sono tutti istruiti. Tra questi, strumento fondamentale previsto dal T.U. e non ancora pienamente operante è il SINP, Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro che rappresenterà lo strumento di raccolta di tutti i dati relativi agli infortuni, alle malattie professionali e alle attività di prevenzione e vigilanza adottate dai vari enti. Nella recente sessione della conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre sono state concertate le ultime disposizioni necessarie alla sua realizzazione e operatività (Leggi anche “Il SINP in attesa dell’abolizione del registro degli infortuni“, “Formazione sicurezza, RSPP datore di lavoro e SINP, atti Conferenza Regioni“).
Altre criticità rilevate rispetto alla piena attuazione del T.U. sono la difficoltà di recepimento nelle imprese di piccole e medie dimesioni e la disomogeneità di applicazione della legge nelle diverse regioni, fenomeno dovuto alla compresenza di leggi statali e regionali che a volte intervengono in modo incoerente sullo stesso tema.
A questo riguardo la commissione avanza con forza la necessità di implementare e rendere effettivamente operativi i comitati regionali di coordinamento che avrebbero la precipua funzione di recepire indirizzi e politiche nazionali e di attuarle nelle loro regioni. Allo stesso tempo si auspica maggiore sinergia e collaborazione tra istituzioni anche sul fronte dei controlli , della repressione delle infrazioni e della equilibrata applicazione delle sanzioni.
Sempre conducibili al macrotema dell’attuazione del T.U. sono infine i riscontri fatti dalla Commissione in merito alla diffusione e riconoscimento degli RLS in tutte le aziende e la questione della qualificazione dei formatori per la sicurezza.
In merito agli RLS la Commissione sottolinea come questa figura di importanza vitale per la tutela del diritto alla sicurezza dei lavoratori non sia ancora adeguatamente riconosciuta e attivata in tutte le aziende. Particolari difficoltà sono rilevate per esempio nelle PMI seppure , con l’introduzione del RLST rappresentante territoriale, anche imprese con pochissimi dipendenti si possono avvalere di questa figura. Riguardo la qualificazione dei formatori la Commissione, ribadendo l’importanza basilare della formazione per la sicurezza, torna sulla questione di definire percorso formativo ed esperienziale necessario a chi voglia proporsi come formatore in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Venendo poi a parlare delle situazioni lavorative che presentano ad oggi ancora grandi criticità sono due i comparti lavorativi per cui la commissione evidenzia la necessità di operare con urgenza: il settore agricolo e il settore delle attività pirotecniche, cui si imputa una grave carenza di regolamentazione. Per contrastare gli infortuni e le morti dovute all’uso di macchine nel settore agricolo la commissione auspica due tipologie di interventi, una prima misura riguarda la necessità di stabilire come certificare specifiche capacità agli operatori e l’adeguamento a tutte le norme di sicurezza delle macchine. Ma oltre il livello normativo la commissione evidenzia la necessità di sostenere economicamente le aziende nella messa a norma e/o sostituzione dei macchinari auspicando la possibilità di derogare al regime de minimis per rendere disponibili finanziamenti adeguati.
Annoso problema per il fenomeno infortunistico è poi il sistema degli appalti e subappalti su cui anche la Commissione torna, auspicando l’adozione di meccanismi di aggiudicazione alternativi al “massimo ribasso” che implica quasi sempre una contrazione dei costi della sicurezza.
Infine attenzioni particolari devono ancora essere riservate a categorie particolari di lavoratori quali gli stranieri e quali i genitori cui deve essere assicurato il diritto ala genitorialità, garantendo alla futura madre un luogo di lavoro sano e sicuro e adeguati sistemi di conciliazione famiglia lavoro per entrambi i genitori.
In ultimo la relazione auspica un costante e proficuo confronto con il mondo della ricerca e con il mondo accademico per continuare ad innovare migliorare la possibilità di fare sicurezza. Su un altro fronte la Commissione appoggia con decisione il processo già attivato dal protocollo d’intesa tra ministero del Lavoro e ministero dell’Istruzione per introdurre i temi della sicurezza sul lavoro negli insegnamenti scolastici , ritenendo questo un passaggio indispensabile a creare una reale, diffusa e condivisa cultura della sicurezza a partire dalla scuola.
Per approfondire:Terza Relazione Intermedia sul fenomeno degli infortuni sul lavoro (PDF).