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Esposizione amianto, microRNA indicatori biologici, ricerca GIMLE

PAVIA – Pubblicato nel volume XXXIII – n. 4 del GIMLE Giornale italiano di medicina del lavoro ed ergonomia il saggio “I microRNA come indicatori biologici di esposizione ambientale e occupazionale ad amianto” a cura di C. Minoia, E. Sturchio, B. Porro, B. Ficociello, A. Zambelli, M. Imbriani.

Il saggio è il prodotto del lavoro di un equipe di ricercatori provenienti dal Laboratorio di misure ambientali e tossicologiche, l’Unità operativa di oncologia medica I, l’Unità operativa ospedaliera di medicina del lavoro (UOOML) della “Fondazione Salvatore Maugeri” di Pavia, il Dipartimento installazione di produzione e insediamenti antropici dell’INAIL ex ISPESL di Roma e la cattedra di Medicina del lavoro presso Università degli Studi di Pavia.

Obiettivo della ricerca è lo studio di biomarcatori diagnostici prognostici nella pratica clinica di cura del mesotelioma pleurico, malattia provocata dal’esposizione all’amianto. Nello specifico lo studio riporta i risultati di sperimentazioni effettuate con microRNA cioè micro molecole di acido ribonucleico e mette in luce vantaggi svantaggi dell’impiego di queste molecole come indicatori diagnostici e prognostici del mesotelioma.

Nonostante la produzione di amianto sia bandita è noto che ingenti quantità di amianto sono ancora in circolazione e che è tuttora presente il rischio di esposizione alle sue scorie. Ancora più attuali sono i problemi legati alla lunga latenza del mesotelioma, cioè il fatto che possano passare molti anni, anche venti, dal momento in cui il soggetto si è esposto alla fibra tossica al momento in cui si evidenzia la malattia.

Di fronte a questo scenario diventa urgente perfezionare i metodi diagnostici e poter in questo modo effettuare attività di sorveglianza medica efficace e tempestiva.

La ricerca effettuata dall’equipe nasce quindi dal fatto che la diagnosi del mesotelioma è difficoltosa e lenta. Accanto alle tecniche tradizionali, che mirano a cercare marcatori di tipo sierico, è nata l’esigenza di utilizzare le nuove metodologie molecolari che sono in grado di “correlare il profilo tumorale a livello genotipico e fenotipico con i parametri clinico-patologici della neoplasia. Queste nuove tecniche si basano sull’analisi di polimorfismi per identificare i fattori di suscettibilità individuale, nonché dell’impiego di biomarcatori sierici rilasciati da cellule neoplastiche o prodotti dall’interazione tra ospite e tumore.”

Lo studio si riproponeva quindi di analizzare l’importanza dell’analisi di microRNA per la caratterizzazione di neoplasie polmonari, tra le quali l’adenocarcinoma e il mesotelioma, con la possibilità di differenziare il tessuto polmonare sano da quello neoplastico.

Data la fase di piena sperimentazione in cui tuttora ci si trova, le conclusioni della ricerca e del saggio non possono che essere orientate a una prosecuzione e approfondimento della ricerca “Pur in considerazione dei limiti conoscitivi che è necessario superare e ai quali solo la ricerca scientifica può fornire risposte adeguate, l’acquisizione di nuove conoscenze sui miRNA appare fondamentale per un loro impiego futuro nella diagnosi tumorale. Poiché le tecnologie risultano in continua evoluzione ed espansione, la definizione del profilo di espressione di miRNA diventerà ancora più agevole, rapida e meno costosa”.

“Un’ultima considerazione riguarda le modalità espositive e le diverse forme di amianto assunte per via inalatoria in quanto nella totalità degli studi ciò non è stato in genere verificato o indagato. Inoltre non viene specificato a quali forme di amianto il soggetto è stato esposto (crisotilo, amosite, crocidolite), tenuto conto che la biopersistenza delle fibre nel tessuto polmonare appare sensibilmente differente. Nel merito sarebbe necessario confermare se l’esposizione a differenti fibre di amianto è in grado di indurre a livello sierico (linfociti) l’espressione di specifici miRNA. Ne deriva l’importanza di acquisire dati informativi dettagliati sulla storia lavorativa dei soggetti, sulle modalità espositive, inclusa una stima della dose inalatoria di amianto, al fine di agevolare l’interpretazione dei risultati ottenuti”.

Per approfondire: I microRNA come indicatori biologici di esposizione ambientale e occupazionale ad amianto (PDF).

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