Letture critiche sulle osservazioni della Commissione parlamentare inchiesta infortuni sul lavoro. II.
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“Ancora una volta si deve richiamare con forza l’attenzione sul settore degli appalti e dei subappalti, uno dei più critici per il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Così l’ultima parte della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta del 12 gennaio 2012 che rileva come “gli eccessivi ribassi che continuano a riscontrarsi nelle offerte, sia in fase di progettazione che di realizzazione dei lavori, rischiano di comprimere i costi della sicurezza e di abbassare la qualità delle prestazioni. Ciò vale soprattutto nel settore privato, dove non esistono regole cogenti per gli appalti, ma anche in quello pubblico, dove il ricorso assai esteso al meccanismo del massimo ribasso d’asta (incoraggiato anche dalle esigenze di risparmio delle pubbliche amministrazioni e dalla maggiore semplicità della formula) crea spesso gravi distorsioni, specie nelle catene più lunghe dei subappalti”.
Nella relazione ci si chiede come sia possibile modificare le norme vigenti in materia o quantomeno limitare il ricorso al massimo ribasso quale criterio di valutazione delle offerte. Le difficoltà maggiori vengono dai vincoli comunitari e “occorre trovare che sistemi di valutazione che tengano conto non solo gli elementi meramente economici, ma anche qualitativi… per assicurare una selezione delle imprese più qualificate e capaci”.
E allora, perché non adottare formule di verifica come “gli indici di congruità del costo del lavoro” e criteri di valutazione integrativi di quelli esistenti, del tipo “media mediata”?
La Commissione parlamentare ha infine evidenziato la necessità di rafforzare il regime dei controlli da parte delle amministrazioni appaltanti, sia nella fase preliminare di valutazione delle eventuali anomalie di offerta che nelle fasi successive di esecuzione delle opere, nei confronti dell’appaltatore principale come pure dei subappaltatori. È infatti “nella catena dei subappalti che ricorrono le maggiori violazioni della sicurezza sul lavoro e i più gravi incidenti, spesso mortali”.
La Commissione vorrebbe un potenziamento e “una maggiore preparazione e tutela del personale preposto alla gestione delle gare, anche contro le minacce di contenzioso delle aziende”.
Quanto poi agli appalti privati, dove non esistono procedure e controlli severi come nel settore pubblico, la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro è molto più frequente e il fenomeno è difficile da arginare. “Il problema riguarda soprattutto l’edilizia e si lega al tema della regolamentazione della professione di imprenditore edile, per il cui esercizio non sono oggi previsti particolari requisiti di esperienza, preparazione tecnica o struttura organizzativa, essendo sufficiente, nella maggior parte dei casi, una semplice iscrizione alla Camera di commercio”.
Il rischio è anche che imprese o lavoratori autonomi non qualificati possano svolgere lavori, anche di notevole rilievo, offrendo prezzi più bassi in concorrenza sleale con le imprese meglio organizzate, spesso a discapito del rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro.
La Commissione si farà parte diligente, quindi, per “concorrere, in collaborazione con le organizzazioni di categoria e in stretto raccordo con i ministeri competenti, per definire una regolamentazione della figura dell’imprenditore edile che, senza limitare la libertà d’iniziativa privata,assicuri una maggiore qualificazione degli operatori del settore”.
Continua mercoledì 21 marzo: patente conducenti mezzi agricoli.
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