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Condizioni di lavoro europee, dati European working conditions survey

BRUXELLES – ETUI, European trade union istitute, ha presentato a Bruxelles in un seminario che si è tenuto la settimana scorsa, l’analisi dei risultati dell’ultima “European working conditions survey”, “EWCS”, indagine europea sulle condizioni di lavoro.

A partire dal 1990 la ricerca EWCS viene condotta in Europa ogni 5 anni. La quinta edizione, condotta nel 2010 è stata svolta attraverso 40.000 interviste a lavoratori provenienti da più di trenta stati europei.

Obiettivi dell’indagine EWCS, a partire già dalla sua prima edizione sono stati:

  • “valutare e quantificare in modo armonizzato sia le condizioni di lavoro dei lavoratori dipendenti sia quelle dei lavoratori autonomi in Europa;
  • analizzare i legami esistenti tra i vari aspetti delle condizioni di lavoro;
  • individuare i gruppi a rischio e le questioni che destano preoccupazione nonché i progressi compiuti;
  • monitorare le tendenze fornendo indicatori omogenei su tali questioni;
  • contribuire allo sviluppo delle politiche europee”.

I temi affrontati nella presente edizione comprendono lo stato di occupazione della popolazione europea, orari e organizzazione del lavoro, formazione e addestramento, rischi fisici e psicosociali, salute e sicurezza, conciliazione famiglia-lavoro, partecipazione dei lavoratori, salari e sicurezza finanziaria e lavoro e salute.

In Europa negli ultimi venti anni la tipologia di lavoro sta subendo una profonda trasformazione: si assiste alla continua migrazione dal settore agricolo e manifatturiero al settore dei servizi. I grandi cambiamenti in atto però non incidono profondamente sulla condizione di segregazione di genere che risulta rimanere costante. D’altro canto su rileva un aumento delle donne che ricoprono ruoli manageriali e dirigono altre donne.

Sono in diminuzione i contratti a tempo indeterminato, in aumento la percentuale dei lavoratori con contratto a tempo determinato. Il numero di ore lavorate alla settimana continua mediamente a scendere ma l’orario di lavoro più diffuso rimane quello organizzati su una settimana lavorativa di cinque giorni, da lunedì a venerdì, per un totale di 40 ore di lavoro.

Quasi il 20% dei lavoratori europei non riesce a raggiungere un equilibrio soddisfacente tra lavoro e vita privata.

Per quanto riguarda livello di formazione e autonomia di lavoro l’indagine rileva che dal 2005 al 2010 gli investimenti in formazione fatti dai datori di lavoro sono sensibilmente aumentati.  Non si registra invece nessun cambiamento per quanto riguarda la crescita delle sfide intellettuali affrontate e il livello di autonomia: la maggioranza dei lavoratori conduce una vita professionale routinaria e monotona.

È migliorata  la percezione della tutela di salute e sicurezza sul luogo di lavoro: diminuito il numero dei lavoratori che ritengono di essere esposti a rischi dovuti al lavoro. A fronte di questa percezione però è bene sottolineare che il grado di esposizione dei lavoratori a possibili danni fisici è rimasto invariato. Sempre in merito alla tutela della salute si rileva la diminuzione di esposizione al fumo di tabacco grazie alla ormai generalizzata applicazione sul territorio europeo di leggi anti-fumo.

Dopo due decenni di forte accelerazione, l’intensità del lavoro è a un livello elevato ma stabile rispetto a 5 anni fa. Infine, un numero considerevole di europei non ha fiducia nella possibilità di riuscire a mantenere il lavoro attuale fino all’età di 60 anni.

Per approfondire:
European Working Conditions Surveys (EWCS)
Working conditions in Europe: growing inequalities

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