L’ispezione dei Carabinieri in ambiente di lavoro è regolamentata dal potere di accesso loro attribuito con il D.M. 31 luglio 1997, potere che il DPR 520/1955 riservava ai soli Ispettori del Lavoro.
L’attività di controllo e di accertamento dell’apposito Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, inserito nella pluriforme organizzazione dei CC, riguarda molti aspetti ma in particolare:
- l’espandersi del lavoro nero;
- le dimensioni e le dinamiche dei flussi migratori con la presenza di manodopera extracomunitaria, il più delle volte clandestina;
- lo sfruttamento di tratta per fini lavorativi, di esseri umani, in particolare di immigrati;
- le forme di evasione contributiva previdenziale ed assistenziale.
L’ispezione è mirata a due finalità. La prima, rimuovere le situazioni di irregolarità; la seconda, monitorare i fenomeni delittuosi nel momento in cui si esplica l’attività dello Stato con interventi finanziari per l’incremento dei livelli occupazionali.
I militari del Comando svolgono prevalentemente due tipologie di vigilanza:
- quella a di carattere amministrativo, diretta ad accertare e contestare le violazioni della normativa sul lavoro ;
- quella di carattere penale, diretta a contrastare violazioni penalmente rilevanti della normativa posta a tutela del lavoro, con particolare riferimento alla sicurezza sui luoghi di lavoro, al lavoro minorile, all’illecita occupazione dei lavoratori extracomunitari.
Specifica è l’azione dei carabinieri nel contrasto al “caporalato”, fenomeno frequentissimo che si presenta come “sistematica situazione di intermediazione ed interposizione di manodopera poste in essere da soggetti che reclutano manovalanza nel settore agricolo per impiegarla presso terzi”.
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