ROMA – INAIL ha pubblicato un chiarimento in merito al risarcimento di 2.000 recapitato a Paola Armellini come indennizzo per la morte di suo figlio Matteo Armellini, venuto a mancare nell’incidente del 5 marzo scorso a Reggio Calabria, nel crollo del palco per il concerto di Laura Pausini.
Il chiarimento è affidato alle dichiarazioni del direttore centrale Prestazioni Luigi Sorrentini. Si legge: “I duemila euro versati alla madre di Matteo Armellini non sono un risarcimento per la perdita del figlio, ma il contributo alle spese per il funerale che l’INAIL eroga ai familiari di tutti i lavoratori deceduti“.
E ancora: “Quando un lavoratore perde la vita si tratta sempre di verificare se lascia dei superstiti che hanno diritto alla rendita prevista dalla legge e, se la risposta è positiva, di calcolare a quanto ammonta”.
Da INAIL: “Le prestazioni erogabili dall’INAIL ai lavoratori assicurati e, in caso di loro morte, ai loro superstiti sono previste dal Testo Unico n. 1124 del 1965, che ne stabilisce in maniera tassativa condizioni e misure. In particolare, la legge prevede che abbiano diritto alla rendita il coniuge, fino alla morte o a nuovo matrimonio, ciascun figlio fino al raggiungimento del 18esimo anno di età (per ragioni di studio l’età viene elevata fino ai 21 anni se i figli sono studenti di scuola media o superiore e non oltre i 26 anni se studenti universitari), i figli totalmente inabili al lavoro, ai quali la rendita spetta a prescindere dall’età, finché dura l’inabilità.
La rendita solo per i genitori a carico. In mancanza di coniuge e figli, anche a genitori, altri ascendenti, fratelli e sorelle spetta una rendita. Ma solo nella misura del 20% e solo se convivevano con il lavoratore deceduto ed erano a suo carico”.
“Lo scopo della legge” – riprende questo proposito Sorrentini – “non è quello di risarcire i familiari del danno derivato dalla morte del lavoratore, quanto piuttosto di offrire ai superstiti i mezzi di sostentamento venuti a mancare dopo la sua morte. Nel caso di Matteo Armellini, però, non è risultato che contribuisse al mantenimento della madre, alla quale abbiamo potuto erogare soltanto l’assegno funerario una tantum di 1.936,80 euro”.
Sorrentini affronta poi la norma: “Il limite sta nella norma del 1965. Rispetto ad allora, infatti, sono cambiate le caratteristiche del lavoro e della famiglia. Alcuni degli operai morti nel rogo della Thyssen, per esempio, avevano delle conviventi con cui non erano sposati, alle quali la legislazione attuale non prevede l’erogazione di alcuna rendita”. “Questi lavoratori si trovano spesso in una condizione contrattuale iniziale o flessibile che si traduce in una rendita molto bassa per i superstiti. L’Istituto ha già suggerito che la rendita ai superstiti di tali lavoratori venisse liquidata sul massimale di legge, ma anche altre proposte sono ipotizzabili”.
“Resta il rammarico per la grave perdita che la signora Armellini ha sofferto” – conclude il direttore centrale Prestazioni – “Attraverso le nostre strutture territoriali abbiamo subito messo a disposizione tutto il sostegno possibile, ma dal punto di vista economico l’Istituto non poteva fare di più”.
Nasce intanto un’iniziativa sul Web per il sostegno alla madre di Matteo Armellini. È condotta da don Paolo Farinella e dal blog di Antonio Crea “Il Tafano”. Una raccolta fondi in PayPal della quale si farà garante lo stesso sacerdote.
Info: comunicato integrale sito INAIL.