ROMA -Depositate dalla Cassazione le motivazioni della sentenza 33311 della Quarta sezione penale con cui il 24 maggio scorso la suprema corte ha condannato in via definitiva i dirigenti di Breda-Fincantieri, giudicati responsabili della morte di undici operai, e delle mogli di tre di loro, a causa dell’esposizione ad amianto subita nello stabilimento Fincantieri di Marghera.
Nelle motivazioni i giudici spiegano così la condanna definitiva per omicidio colposo e omissione di cautele: “l’uso dell’amianto era talmente diffuso in Fincantieri da non potersi considerare la sua pericolosità per la salute dei lavoratori questione alla quale taluno dei chiamati qui in responsabilità poteva dirsi estraneo, […] non può assumersi che le conseguenze nefaste sulla salute derivanti dal contatto con le polveri d’amianto non fosse circostanza prevedibile”- e osservano ancora i giudici –“ […]Alcuno di loro può pretendere di andare esente da responsabilità assumendo di avere versato in stato di ignoranza”, dato il ruolo che rivestiva, la dimensione dell’impresa e il livello di studi e competenze professionali maturati da ognuno dei condannati.
La Cassazione ha sottolineato inoltre che l’istruttoria ha rivelato come non solo non fosse stata adottata alcuna misura di protezione, né semplice né complessa, bensì come al contrario il problema fosse trattato con “grossolana indifferenza”.
Nel confermare la condanna la suprema Corte ha altresì riconosciuto il diritto dell’INAIL al rimborso di quanto versato alle famiglie quale indennizzo per la morte degli operai causata da malattia professionale e il diritto di risarcimento alla Regione Veneto.