Le situazioni di criticità nel settore della sicurezza sul lavoro hanno formato oggetto di una relazione della Conferenza Stato Regioni dello scorso giugno, la cui conclusione può essere sintetizzata così: la proposta di revisione costituzionale (art.117, ndr) diretta a portare la materia della “tutela e sicurezza del lavoro”, tra le materie di esclusiva competenza legislativa statale, “non è affatto idonea a risolvere i problemi di coordinamento tra amministrazioni, in quanto non legittimerebbe comunque una riserva di competenze amministrative in capo ad apparati amministrativi ministeriali”.
La Conferenza è, invece, entrata nel merito delle osservazioni contenute nella nota del maggio scorso della Commissione di inchiesta del Senato, nella quale sono emerse:
- sia la difficoltà delle Regioni di assicurare il coordinamento tra le diverse istituzioni (in alcune Regioni vi sarebbe uno scollamento tra iniziative regionali e delle altre amministrazioni);
- sia il rischio di una sovrapposizione dei controlli in alcune aziende rispetto ad altre che non sono oggetto di attività di vigilanza.
E ancora, osserva la nota, vi è “la necessità non solo di un coordinamento tra istituzioni … ma anche di “uno specifico finanziamento a sostegno di queste attività” da individuare anche nel nuovo Patto per la Salute.
Ecco perché la Commissione di inchiesta suggerisce di prevedere, con apposita legge, l’attribuzione esclusiva alle Regioni e alle Province autonome, della funzione di coordinamento degli interventi di vigilanza, funzione assicurata sul territorio dalle Regioni tramite le Aziende sanitarie, “per assicurare azioni coordinate tra tutte le amministrazioni ed evitare sovrapposizioni di interventi”. Solo così, si fa notare nella nota, le ASL potranno attivare gli interventi di vigilanza delle altre amministrazioni per assicurare “un controllo capillare”compensando le limitate risorse delle amministrazioni.
Un altro contributo al miglioramento del settore deve venire, secondo la Commissione d’inchiesta del Senato, dall’INAIL che deve attivare in tempi brevi il Sistema Informativo Prevenzione, in considerazione non solo del tempo trascorso dall’approvazione … (del TU 81/08, ndr) che ne prevedeva l’attivazione, ma in ragione dell’esigenza segnalata dalla Commissione di inchiesta di “ una raccolta sistematizzata dei dati”.
In sede di ridefinizione del Patto per la Salute, poi, tenuto conto della carenza degli organici delle amministrazioni interessate, occorre costituire, come anticipato sopra, uno specifico capitolo di spesa, a sostegno dell’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro
Infine, bisogna conferire al Comitato ex art. 5 (*) una maggior incisività, definendo e concordando le indicazioni operative per le attività di vigilanza degli organismi periferici della Direzione per le Attività Ispettive del Ministero del Lavoro e delle Regioni, ….”per evitare difficoltà sia a livello di indirizzo di programmazione nazionale, che a cascata nelle Regioni, con un rafforzamento delle funzioni di coordinamento dei Comitati Regionali di Coordinamento”.
(*) Art. 5 del TU 81/08 . Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
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