ROMA – Presentato lo scorso 7 novembre a Roma Green Italy 2012 rapporto sullo stato dell’economia verde italiana realizzato da Unioncamere e Fondazione Symbola, con il patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico e con la partnership di Wired, Comieco e Fiera Milano Congressi
Positivi i dati sulla riconversione ecologica in atto nel nostro paese:
- il 23,6% delle imprese punta sulla green economy per superare la crisi;
- il38,2% delle assunzioni sono in settori ‘verdi’ dell’economia;
- il 37,9% delle imprese che investono in eco-sostenibilità hanno introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011 (18,3% la percentuale di innovazione nelle imprese che non investono green);
- il 37,4% delle imprese green vanta presenze sui mercati esteri (22,2% la percentuale delle imprese che non investono nell’ambiente presenti sul mercato estero).
Innovazione e qualificazione per la sostenibilità ambientale quale formula per combattere la crisi, creare nuova occupazione e guadagnare terreno nel mercato internazionale. Un processo di conversione verso un modello di sviluppo che tiene più conto della sostenibilità ambientale, di una maggiore innovazione, qualità ed efficienza, e che non coinvolge solo nuove produzioni e professionalità ma che investe tutti i comparti produttivi: la chimica, la farmaceutica, il tessile, l’edilizia, l’industria cartaria, il legno-arredo, la concia, la nautica, l’hi-tech.
“La peculiarità della green economy italiana infatti” – cita una nota diffusa da Unioncamere – “sta proprio nella riconversione in chiave ecosostenibile anche dei comparti tradizionali dell’industria italiana di punta. Il Paese ha sviluppato in maniera diffusa nelle sue imprese e nei territori una reinterpretazione della green economy del tutto particolare, che incrocia le vocazioni delle comunità con la tecnologia e la banda larga, la filiera agroalimentare di qualità legata al territorio con il Made in Italy e la cultura”.
Uno sviluppo registrato anche dall’OCSE che nel suo recente rapporto sull’innovazione nei Paesi aderenti all’organizzazione, ha sottolineato che nell’ultimo decennio il nostro Paese hanno implementato le attività di ricerca nel campo delle tecnologie legate all’ambiente sviluppando una vera e propria specializzazione, con significative ricadute sull’occupazione. Circa il 30% delle assunzioni programmate dalle imprese del settore privato per il 2012 è per figure professionali legate proprio alla sostenibilità.
Una “rivoluzione verde” quella in atto che ha un grosso impatto sull’occupazione, sia a livello quantitativo che qualitativo.
A livello quantitativo l’occupazione per le professioni verdi è in forte aumento (il 38,2% delle nuove assunzioni è verde), a livello qualitativo la green economy impatta sull’occupazione in quanto pone nuove sfide di formazione e sicurezza.
E’ in crescita la richiesta di figure altamente specializzate e allo stesso tempo cresce la richiesta di fornire ai lavoratori di ogni comparto quelle conoscenze che permettano di passare a processi produttivi puliti e energeticamente sostenibili in modo sicuro: il tecnico per la sicurezza sul lavoro compare tra le quindici figure più richieste nei nuovi modelli produttivi.
L’utilizzo di processi energeticamente efficienti e di nuovi materiali puliti, e l’orientamento a una sempre maggiore tutela dell’ambiente e dei lavoratori sono alla base della nuova economia e rappresentano la più grande opportunità di sviluppo per il lavoro del futuro.
Per approfondire: Green Italy 2012.
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