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Edilizia, l’Ance chiede di ridurre il divario tra il costo del lavoro di autonomi e subordinati

ROMA – Revisione del meccanismo degli appalti per contrastare le offerte eccessivamente al ribasso e introduzione della patente a punti con meccanismi premiali: sono stati questi i temi caldi dell’Audizione avuta dall’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, alla commissione infortuni del Senato. Ma non si è parlato solo di questo: i costruttori hanno voluto portare all’attenzione del legislatore anche un problema relativo al costo del lavoro. Secondo  Gabriele Buia, vicepresidente per le Relazioni sociali e gli Affari sociali dell’Ance, che è intervenuto al Senato, infatti, vi sarebbe oggi un divario troppo grande tra il costo del lavoro di coloro che sono ‘autonomi’ rispetto al costo dei subordinati, cioè di coloro che hanno un rapporto di dipendenza con le aziende edili.

Un divario che dovrebbe essere certamente ridotto. Secondo di dati forniti dagli stessi costruttori le imprese pagano, come aliquota previdenziale per i contributi INPS, una quota che sfiora il 35 per cento quando assumono un lavoratore subordinato e il 20 per cento quando invece si rivolgono agli autonomi, sarebbe probabilmente anche questa considerevole differenza a spingere verso rapporti lavorativi non proprio regolari, facendo preferire una forma di lavoro autonoma a una subordinata il che però ha ripercussioni anche sulla capacità delle imprese di assicurare che il lavoratore abbia una adeguata formazione alla sicurezza, come prevista dal Testo Unico 81 del 2008.

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