RICERCHE E STUDI – L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha pubblicato nel proprio sito un’interessante analisi del rapporto tra donne e tecnologia.
Nel contributo viene segnalato un notevole divario tra i due sessi in merito all’accesso a posizioni lavorative nel campo della scienza e della tecnologia. Nei paesi OCSE ad esempio (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) le donne conseguono più della metà dei diplomi universitari, ma solo il 30% è composto da laureate in ambiti scientifici o tecnologici.
In uno studio condotto dalla Yale University, è emerso come negli Stati Uniti le donne laureate siano discriminate per posizioni di ricerca, mentre in Iran è stato reso noto che le donne saranno escluse da una vasta gamma di studi universitari tra cui: fisica nucleare, ingegneria elettrica e ingegneria mineraria.
In Arabia Saudita, il 65% degli iscritti a lauree scientifiche nel 2010 era di sesso femminile, ma solo l’1% dei ricercatori erano donne. Anche i risultati di una ricerca condotta nel 2008 dall’OCSE, dal titolo Gender and Sustainable Development: maximising the economic, social and environmental role of women, hanno confermato la stessa tendenza. I dati hanno evidenziato, inoltre, come la quota di donne laureate in materie informatiche vari da un Paese all’altro, aggirandosi intorno al 10% in Belgio, Svizzera e Paesi Bassi e raggiungendo il 40% in Svezia e Finlandia.
Nello studio è stato costatato che le donne sono sovrarappresentate nel settore delle scienze umane e sociali e sottorappresentate in settori tecnico-scientifici a causa di stereotipi consolidati e discriminazioni (dirette o indirette) che ne ostacolano l’avanzamento. Tale fenomeno, attribuito a una questione di “atteggiamento” e non di “attitudine”, sembra manifestarsi già al momento della scelta del percorso di studi (negli Stati Uniti solo il 15% degli iscritti in corsi avanzati d’informatica è costituito da ragazze).
Secondo il direttore dell’Ufficio per l’uguaglianza di genere dell’ILO, Jane Hodges, il divario riscontrato in questo settore è legato ad atteggiamenti nei confronti dei ruoli di genere in grado di spingere le ragazze a dedicarsi a discipline “più soft”. Hodges spiega come il consolidarsi di questi preconcetti porti a considerare le donne meno capaci degli uomini in alcune materie (ad esempio matematica e scienze), nelle quali, tuttavia, esse dimostrano prestazioni eccellenti se incoraggiate.
Per approfondire: Women and technology – the attitude gap.