ROMA – Pubblicato dal Servizio rifiuti dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2012.
Il documento fornisce i dati, relativi all’anno 2010, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale, regionale e provinciale e riporta l’andamento di flussi di import e export. Fornisce inoltre dati sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali, classificati per categorie merceologiche, secondo la nomenclatura prevista da Regolamento (CE) n. 2150/2002.
Nel 2010 la produzione di rifiuti speciali ha visto un incremento del 2,4% (da 134,6 milioni di tonnellate a 137,9 milioni di tonnellate), dato che risulta strettamente correlato alla limitata ripresa del mercato e dell’industria. L’aumento ha riguardato solo i rifiuti speciali non pericolosi mentre la produzione di rifiuti pericolosi è scesa del 6,3%.
I rifiuti speciali non pericolosi sono derivati del settore costruzioni e demolizioni e delle attività manifatturiere, con percentuali pari, rispettivamente, al 46,2% e 26,4% del totale, mentre alle attività di trattamento dei rifiuti è attribuibile il 20,2% della produzione complessiva, con quasi 26 milioni di tonnellate.
I rifiuti pericolosi, dal manifatturiero (47,8%, pari a 4,6 milioni di tonnellate), il 24,4% dal settore “servizi, commercio e trasporti”, (di cui circa 1,7 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso), e il 18,4% proviene dalle attività di trattamento rifiuti.
Il 63,8% di rifiuti pericolosi prodotti nel manifatturiero è derivato dall’industria chimica della raffinazione e della fabbricazione di prodotti chimici, di articoli in gomma e in materie plastiche.
In base alle caratteristiche merceologiche, i rifiuti speciali pericolosi maggiormente prodotti sono risultati i “Fanghi derivanti dalle acque reflue industriali” (24,5% del totale prodotto), “Veicoli fuori uso” (17,3%) e “Rifiuti chimici” (14%).
I rifiuti non pericolosi maggiormente prodotti sono stati “Rifiuti minerali della costruzione e della demolizione”, (27,9% del totale di rifiuti non pericolosi), le “Terre e rocce da scavo” (11,8% del totale), i “Rifiuti metallici ferrosi” (7,7%) ed i “Rifiuti misti da impianti di trattamento dei rifiuti” (7,5%).
Il 57,5% del totale dei rifiuti è stato sottoposto a trattamenti di recupero di materia, quindi trattamento chimico, fisico e biologico, con il 17,2%, lo stoccaggio prima dell’avvio ad operazioni di recupero/smaltimento (14,8%) e lo smaltimento in discarica con l’8,2%.
Nello specifico i rifiuti non pericolosi avviati alle operazioni di recupero di materia sono stati circa 81,4 milioni di tonnellate: 30 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi sono satte avviate alle operazioni di smaltimento e 11 milioni di tonnellate sono stati smaltiti in discarica( oltre il 37,1% del totale dei rifiuti speciali non pericolosi smaltiti).
L’80% dei rifiuti speciali pericolosi vengono avviati a operazioni di smaltimento, soprattutto trattamento chimico fisico, con circa 7,3 milioni di tonnellate, il 76,3% del totale. Nel 2010, in discarica sono state avviate 777 mila tonnellate (8,2%).di rifiuti pericolosi. Recuperati sia sotto forma di materia che di energia oltre 2 milioni di tonnellate.
Cresciuta del 19% la quantità totale di rifiuti speciali esportata (3,8 milioni di tonnellate), provenienti soprattutto da impianti di trattamento dei rifiuti ed inviati principalmente in Germania.
Forte crescita (+46%) anche per l’importazione: 4,9 milioni di tonnellate i rifiuti speciali importtati , di cui poco più di 32 mila pericolosi. L’aumento è ascrivibile alla maggiore importazione di rifiuti di natura metallica destinati principalmente alla Lombardia.
475 le discariche chehanno potuto smaltire rifiuti speciali, 268 impianti al nord, 74 al Centro e 133 al Sud.
I rifiuti di materiali da costruzione contenenti amianto allocati in discarica sono stati circa 100 mila tonnellate (12,9% del totale dei rifiuti pericolosi smaltiti).
Gli impianti di incenerimento di rifiuti speciali censiti sono stati 103, dove sono stati inceneriti quasi 979 mila tonnellate di rifiuti speciali (397 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e circa 582 mila tonnellate di non pericolosi). 500 gli impianti industriali che hanno utilizzano i rifiuti speciali come fonte di energia; 2,3 milioni di tonnellate i rifiuti speciali recuperati sotto forma di energia con un aumento, rispetto al 2009, del 2%.
La classifica delle Regioni che hanno recuperato energia dai rifiuti vede la Lombardia al primo posto (27%), quindi l’Emilia Romagna (19%), il Piemonte (10%), il Friuli Venezia Giulia (8%), il Veneto (7%), la Puglia (6%), e l’Umbria (4%).
Per approfondire: Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2012.