ROMA – Non si ferma la polemica contro la campagna di sensibilizzazione per la sicurezza del lavoro messa in piedi dal Governo e in Particolare dal Ministero del Welfare guidato da Maurizio Sacconi.
Non solo lo spot non è piaciuto, ma le proteste si sono trasformate in azioni istituzionali, tanto che da parte dell’IDV è addirittura stata presentata una interrogazione parlamentare che chiede il ritiro dello spot e spiegazioni sui soldi spesi. A detta della Senatrice Giuliana Carlino, firmataria dell’interrogazione, la cifra di circa 9 milioni di euro sarebbero stati usati in maniera “offensiva per i lavoratori” e inutilmente . A suo avviso, si sarebbero invece potuti utilizzare per qualche cosa di molto più concreto per la promozione della sicurezza sul lavoro. I fondi utilizzati sarebbero infatti frutto del lavoro dei contribuenti e paradossalmente usati contro di loro, per addossargli, con parole sottili ma taglienti, la colpa degli infortuni. Perché, come recita lo slogan ‘La sicurezza la pretende chi si vuole bene’, e visto che ad infortunarsi sono nella stragrande maggioranza dei casi i lavoratori e non i datori di lavoro, sarebbe colpa dei primi quella di non essersi voluti bene e non aver preteso il diritto alla sicurezza.
Infatti nell’interrogazione parlamentare depositata al Senato si legge: “Il ministro Sacconi non ritiene che la campagna avrebbe dovuto essere impostata diversamente, con un richiamo nei confronti delle aziende al rispetto della legge piuttosto che con la sottile colpevolizzazione dei lavoratori?”. Segue un affondo sui soldi spesi: “Non ritiene che il denaro pubblico impiegato per detta campagna avrebbe potuto essere investito in un incremento del personale addetto alle ispezioni e in maggiori controlli presso le aziende?”
Secondo l’IDV però il problema dello Spot sarebbe solo la goccia che fa traboccare il vaso visto che, come sostiene anche il Pdci, questo esecutivo ha fatto tutta una serie di modifiche al testo unico per la sicurezza tali da aver diminuito le tutele proprio per i lavoratori, in particolare riducendo i poteri degli organismi preposti alla vigilanza.
Non è dunque un caso che l’interrogazione parlamentare della Senatrice Carlino si chiuda con questa domanda: “Quali azioni concrete il governo attuerà per garantire agli appositi organismi di vigilanza tutte le risorse necessarie per lo svolgimento dei loro compiti, nonché al fine di ripristinare un serio e rigoroso apparato sanzionatorio contro le violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro?“.