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Sicurezza negli ospedali, dai programmi igienisti alla prevenzione a tutto campo

“L’ospedale non è solo un ambiente di lavoro, ma è anche e soprattutto, una struttura a cui ogni cittadino si rivolge carico di aspettative relativo alla salute e in cerca di rapporti interpersonali che gli consentano di capire, in uno stato di stress, un mondo organizzativo e gestionale a lui sconosciuto”.

Così l’Inail (La sicurezza degli ospedali, 2012) prepara la trattazione del capitolo riguardante l’evoluzione storica della cultura della sicurezza nelle strutture di ricovero e cura nelle quali, in passato, l’attenzione per la tutela era principalmente riservata al paziente e alla qualità del servizio con la gestione, sotto la responsabilità della direzione sanitaria, di programmi di medicina preventiva:

  • per la tutela da malattie infettive, da esposizione ad agenti chimici;
  • per la formazione del personale;
  • per il controllo dei processi di disinfezione e sterilizzazione, ecc.

Solo con il DPR 27 aprile 1955, n. 547 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro) si sono definiti i requisiti minimi di sicurezza che dovevano essere rispettati negli ambienti di lavoro, compresi gli ospedali. Col tempo e con la nuova normativa di sicurezza e igiene sul lavoro (DLgs. 626/1994 prima e DLgs. 81/2008 poi) il ruolo della direzione sanitaria è andato modificandosi dalla preminente responsabilità per gli aspetti igienisti, affrontati soprattutto con programmi di prevenzione, a un ruolo attivo “a tutto campo” nel processo:

  • di individuazione dei rischi e dei soggetti esposti;
  • di coordinamento delle attività di prevenzione e protezione;
  • di individuazione di soluzioni operative ed organizzative;
  • di vigilanza sulla applicazione di tutte le misure necessarie al mantenimento o al ripristino di corrette procedure di lavoro;
  • di programmazione delle attività formative ed informative, sino alla partecipazione nella stesura del documento di valutazione.

L’esperienza della 626/1994, “frutto della presa di coscienza da parte del legislatore dei profondi e repentini mutamenti subiti nel mondo del lavoro negli ultimi decenni”, ebbe il merito di  introdurre importanti innovazioni in ambito di sicurezza ed igiene sul lavoro, trasformando quelle che prima erano prescrizioni, in modelli organizzativi e gestionali della sicurezza centrati sulla individuazione di responsabilità e compiti.

Questa visione dell’organizzazione e gestione della sicurezza fu mantenuta fino alla emanazione del TU del 2008 ma nel frattempo nello specifico settore sanitario con il D.M. 18 settembre 2002*, venne approvata l’importantissima regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private.

La Regola condiziona la progettazione di nuove strutture e la ristrutturazione di quelle esistenti. Le strutture ospedaliere si devono pertanto adeguare alle norme di sicurezza antincendio, ma anche sul piano della metodologia di lavoro e organizzativo- gestionale per poter far fronte a tutte le normative già pubblicate o in via di definizione.

* Il decreto detta delle regole molto restrittive a salvaguardia di tutte le persone presenti: lavoratori, utenti e visitatori.

Continua mercoledì 5 giugno: le difficoltà della gestione del rischio incendio.

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