ROMA – Le conseguenze di un incidente sul lavoro non si fermano a livello fisico, ma investono la persona in tutti gli aspetti della sua vita, generando anche effetti psicologici che non possono essere trascurati. Di questo si è occupata una ricerca, compiuta con tre anni di intenso lavoro da cinque ricercatrici dell’Università di Padova – Dipartimento di Psicologia Generale Vittorio Benussi dietro iniziativa dell’Anmil – Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro. I risultati sono stati presentanti il 3 dicembre in un incontro a Palazzo Marini.
Quello che lo studio mette in luce è il fatto che un lavoratore precedentemente attivo si trova, dopo l’infortunio, all’improvviso limitato non solo nella sua attività lavorativa, ma spesso anche nella vita quotidiana. Spesso si trova costretto in casa, quando non in clinica, dipendente da altri e con la preoccupazione di poter riprendere un vita normale, sia personale che lavorativa. Sono tutte cose che generano ansia, stati di depressione ed in generale disturbi post traumatici che investono tutta la psicologia dell’infortunato.
L’approfondita ricerca dà un quadro completo degli effetti di un infortunio, questo anche allo scopo di permettere di predisporre modelli di valutazione ed intervento. Del volume realizzato ne saranno stampate tremila copie, che avranno come primi destinatari le istituzioni parlamentari e regionali, gli assistenti sociali, le sedi Inail, gli assessorati di riferimento e gli psicologi, oltre naturalmente che a tutti coloro che ne faranno richiesta.
In occasione della presentazione dei risultati sono intervenuti il presidente e il direttore Generale dell’Anmil, rispettivamente Franco Bettoni e Sandro Giovannelli, che hanno voluto porre l’accento sulla necessità di riformare il Testo Unico 81 sulla Sicurezza sul Lavoro, inserendo la possibilità del sostegno psicologico per le vittime di incidenti. Una prima risposta positiva è venuta dall’assessore della Regione Lazio al Lavoro e Formazione, Mariella Zezza, che ha annunciato la istituzione nel bilancio della Regione Lazio di un nuovo capitolo di spesa appositamente riservato agli interventi di prevenzione degli infortuni e formazione sui luoghi di lavoro. L’assessore Zezza ha fatto anche presente che nei bandi regionali sono già ora previsti punteggi aggiuntivi per i progetti che privilegino la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Per l’occasione l’assessore ha voluto anche ricordare e indicare come esempio di eccellenza nella sicurezza quello dello stabilimento Viscolube di Ceccano, dove da 6 anni ormai non si registrano più incidenti. I settanta dipendenti di questo sito, che pure è compreso tra i 77 più a rischio nel Lazio, a causa del particolare tipo di lavorazione che vi si esegue, la rigenerazione degli oli esausti, partecipano ogni anno a corsi di formazione che impegnano dalle 2.500 alle 3.000 ore, con risultati positivi che sono sotto gli occhi di tutti.