ROMA – La sicurezza sul lavoro nel territorio della Regione Lazio fa un passo avanti grazie all’impegno di una donna. Mariella Zezza, giornalista, assessore regionale al Lavoro e Formazione, ha preso a cuore la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori. Da quando si è insediata la nuova giunta Polverini, è al lavoro con un impegno che la coinvolge moltissime ore al giorno. «Ormai l’ufficio in Regione è la mia seconda casa…», ci rivela prima di iniziare l’intervista a Quotidiano Sicurezza. E alla fine emerge il ritratto di una donna preparata, seria, abile nel comunicare davanti a una telecamera e su ogni altro supporto, compreso le presentazioni dei progetti che ci mostra. A lei abbiamo chiesto di spiegarci l’impegno del suo assessorato per favorire la tutela della sicurezza dei lavoratori, come previsto dal Testo Unico 81 del 2008.
Siamo con Mariella Zezza, assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Lazio, a cui vorrei chiedere, a proposito della cultura della prevenzione e sicurezza sul lavoro, quali obiettivi avete in cantiere?
“E’ costante la nostra attenzione sulla sicurezza sul lavoro. Innanzitutto lo facciamo con i nostri dipendenti: proprio qualche giorno fa è iniziato un corso per tutti i dirigenti della Regione, quindi subito si fanno in casa le operazioni nelle quali si crede di più e poi, in ogni bando, andiamo oltre quello che descrive la legge. Basti pensare che solo sulla sovvenzione globale “lavoro in chiaro” che offre alle aziende del Lazio oltre 10 milioni di euro per assumere persone svantaggiate, quindi cassa integrati con varie caratteristiche, quasi 2 milioni di euro sono dedicati alla formazione e alla prevenzione degli incidenti sul lavoro.”
So che lei ha preso di petto la questione del lavoro e anche della sicurezza dei lavoratori. Infatti esiste un Comitato Regionale che si occupa di sicurezza sul lavoro che, per molti anni, pare sia stato un po’ disertato dagli altri amministratori. Lei invece ha intenzione di occuparsene direttamente. Mi può spiegare meglio?
“Assolutamente: non ho delegato altri funzionari o dirigenti dell’assessorato, ma sarò io stessa a presiederlo con tutta la mia responsabilità di assessore. Non solo: bisogna anche ricordare che quest’anno, nonostante i tempi di magra dal punto di vista economico e finanziario, sono stati aumentati del 10% i finanziamenti regionali sulla sicurezza edilizia con una doppia determina e vale la pena anche ricordare che c’è stato un anno in cui questo finanziamento non si è mai fatto, parlo del 2008. Ho già chiesto al comandante dell’Arma dei Carabinieri del Lazio di farmi avere i dati delle verifiche sui cantieri perché bisogna ricordare che tutta l’azione del governo, ma soprattutto quella nazionale, è molto forte in questa direzione. Il 29 settembre scorso, infatti, il ministro del lavoro Sacconi ha siglato un accordo con il Ministro della difesa La Russa affinchè anche i semplici carabinieri, quelli delle varie stazioni e dei vari comandi, possano intervenire in caso di denuncia di lavoro irregolare in un cantiere. Bisogna poi ricordare che ben 1/3 delle morti sul lavoro avviene in itinere, per strada, quando il lavoratore sta andando o sta ritornando sul posto di lavoro e quindi insieme all’assessore per le Infrastrutture e i Lavori Pubblici Malcotti e all’assessore per l’Istruzione Sentinelli, abbiamo intenzione di lanciare delle campagne di informazione che partano dai bambini affinchè possano portare questo messaggio in famiglia ai loro papà e alle loro mamme, e agli stessi lavoratori. Altro tema importantissimo è quello del parlare la stessa lingua: ho partecipato proprio lunedì scorso ad una interessante iniziativa dell’Enel che ha obiettivo zero morti sul lavoro e quando hanno letto i nomi dei lavoratori dell’Enel morti nel 2010, su 22 erano quasi tutti stranieri: rumeni, sud americani. Bisogna, quindi, non solo parlare la stessa lingua in quanto prevenzione e in quanto attenzione ai fattori di rischio, ma soprattutto lo stesso idioma.”
Certo. Vediamo un’altra iniziativa interessante: so di una convenzione importante con l’Università di Roma sempre in tema di sicurezza sul lavoro. Ce ne può parlare?
“La competenza regionale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro viene divisa tra assessorato alla Sanità e assessorato al Lavoro. In questo momento l’assessorato alla Sanità è competenza del presidente Polverini che è commissario ad acta. Ci sarà un intervento per uniformare, intanto rispetto al l’attività ispettiva da parte di tutte le Asl e poi ci sarà una mappatura del rischio nella nostra regione, Ma le posso anche anticipare una notizia che finora non è mai stata data: insieme alla Protezione Civile stiamo organizzando una prova di evacuazione da un sito industriale a rischio. Dopo la triste vicenda dell’Eureco che ha visto coinvolti un gran numero di dipendenti e il ferimento di sette lavoratori, per un puro caso e per una pura fortuna non si è trasformata in una tragedia come quella della Thyssen. Noi vogliamo vedere sul nostro territorio come intervenire nel caso in cui uno stabilimento in cui viene raccolto petrolio, in cui vengono raccolti combustibili oppure penso a tutto il settore delle armi nel frusinate, si trovi in una situazione di pericolo. Vogliamo cercare di capire in che maniera tutta la rete del soccorso si riesce ad attivare. Abbiamo già fatto il primo incontro insieme al responsabile della protezione civile regionale e ad un responsabile dei vigili del fuoco, e quanto prima sceglieremo uno di questi 67 siti indicati dal Ministero dell’Ambiente.”
Veniamo ancora ad un’altra iniziativa: so che avete siglato o state per siglare un protocollo con l’Inail sempre per favorire la tutela e la sicurezza dei lavoratori. Di cosa si tratta in particolare?
“Anche qui noi vogliamo porre grande attenzione alla prevenzione. Il 33% degli incidenti sul lavoro avviene per la sottovalutazione del rischio. Noi spesso leggiamo di morti sul lavoro che sono gli stessi imprenditori: non si calcola mai che salire su una scala, su un trattore senza un casco o senza aver allacciato la cintura di sicurezza, salire su un ponteggio senza i ganci, oppure non indossare le scarpe per proteggersi da eventuali scariche elettriche, c’è un certo fatalismo, si pensa sempre: “va bene lo faccio per qualche minuto e poi risolvo ”, no, quello è il momento più delicato e pericoloso della nostra vita. Anche noi puntiamo agli incidenti zero. Sarà molto difficile, però l’impegno è per ottenere questo risultato in tempi molto brevi, con la partecipazione di tutti, perché si tratta di una rivoluzione culturale. Tutti quanti devono uscire di casa garantendo alla propria famiglia che ritorneranno quella sera a casa.”
Prima accennava al bando Lavoro in Chiaro, una grande iniziativa presentata di recente, mi pare ad ottobre: ce ne può parlare?
“Sì. L’abbiamo presentata ad ottobre, l’ho voluta presentare a tutte le province perché è importante che l’assessore sia presente su tutto il territorio del Lazio. E’ una sovvenzione globale del valore di 10 milioni di euro che garantisce dagli 8 ai 12 mila euro per ogni assunzione di cassa integrati da parte di aziende. Si chiama lavoro in chiaro perché ci rivolgiamo ovviamente ad una fascia di lavoratori che è a rischio nero, che è rischio sommerso, che sono appunto i cassa integrati. Noi volgiamo stimolare, invece, una emersione del lavoro irregolare che ha una doppia valenza: far lavorare in maniera sicura quel lavoratore e garantirgli tutti i diritti: oltre, ovviamente, ad avere una posizione regolare anche per l’Inps dal punto di vista contributivo.”
Anche perché lavorare in chiaro significa ridurre il rischio di incidenti sul lavoro, mentre invece il lavoro in nero favorisce questo rischio…
“Come tutte le zone d’ombra.”
Per concludere: un altro progetto molto interessante è il Progetto Casa, la possibilità di aiutare le imprese con un punteggio speciale soprattutto se si occupano di formazione alla sicurezza sul lavoro. Di cosa si tratta in particolare, dove avete reperito i fondi?
“Il Piano Casa costituirà un grande rilancio per l’economia della nostra regione. Il piano presentato dall’assessore Ciocchetti è in questo momento nel suo iter in Commissione e ci auguriamo tutti che divenga operativo dal primo giorno del 2011. Prevediamo un’ esplosione di richieste di ampliamento di superfici e di conseguenza di assunzioni di lavoratori. Io ho presentato, come assessore al Lavoro e alla Formazione, l’emendamento n.7 al Piano Casa che prevede in maniera obbligatoria la formazione dei lavoratori sulla sicurezza sul lavoro. I fondi saranno regionali e ripeto, anche in momento di ristrettezza economica come questo, noi dobbiamo assicurare più lavoro, ma più lavoro sicuro”.
Beh, tutto questo in sette mesi mi sembra abbastanza: è un assessorato molto attivo, soprattutto sul tema della sicurezza sul lavoro, un argomento molto sentito sia dai lavoratori che dalle imprese. Le voglio fare una domanda al femminile. Lei è una donna: quindi affrontare il tema della sicurezza sul lavoro dal punto di vista femminile, anche delle donne lavoratrici, che significa per lei?
“Guardi, per me ha un’importanza enorme. Io non parlo mai delle mie vicende personali, ma mio padre – quando io andavo al liceo – ebbe un incidente sul lavoro, che ha stravolto la sua stessa vita e lo ha reso invalido. Quindi so, da figlia di un invalido sul lavoro, che cosa significa. Dal punto di vista strettamente femminile, le posso dire che una delle più gravi discriminazioni per le donne è il rimborso delle invalidità. Basti pensare che una delle poche voci nel nostro Paese in cui le donne e gli uomini sono messi sullo stesso livello è la retribuzione quando si ammalano di tumore al seno, e io penso che sia comprensibile per tutti che un tumore per una donna ha una valenza differente per un uomo. Lo ha certificato anche l’Istat: quando si ammala una donna, manca una donna nell’azienda ufficio e una donna nell’azienda famiglia. Io ritengo che anche il rimborso dell’invalidità delle donne debba tenere conto di questa differenza di genere.”
Allora vi facciamo gli auguri come Quotidiano Sicurezza e grazie.
“Grazie…”