ROMA – Pubblicata da Inail Dipia Dipartimento installazioni di produzione e insediamenti antropici la monografia Il rischio biologico nel settore della bonifica dei siti contaminati.
La monografia illustra i recenti sviluppi in materia di trattamenti di bonifica di siti contaminati e affronta il problema della salute e sicurezza dei lavoratori esposti a rischio biologico, fornendo indicazioni su come procedere alla valutazione e gestione dei rischi in attività di bonifica di suoli o falde acquifere inquinate.
Negli ultimi anni riflessioni di carattere sia economico che ecologico, congiunti con il forte sviluppo delle biotecnologie, hanno determinato un cambiamento nell’approccio agli interventi di bonifica, sempre meno orientati alla rimozione e smaltimento in discarica di inquinanti pericolosi e sempre più indirizzati all’idea dell’intervento di biorisanamento in situ.
Bioremediation è il nome con il quale si identifica questo approccio che, spiega Biancamaria Pietrangeli, curatrice dell’opera con la collaborazione di Domenico Davolos, è “l’insieme delle tecnologie di bonifica del suolo e delle acque di falda contaminate, che utilizzano microorganismi naturali per eliminare sostanze tossiche e pericolose attraverso processi aerobici o anaerobici. Tali processi si posso applicare nel sito contaminato, quindi in modo meno costoso, sfruttando le capacità degradative dei microorganismi residenti che si sono acclimatati in quelle condizioni di inquinamento, o attraverso l’introduzione di ceppi batterici o fungini. Oppure, il processo può avvenire “ex situ”, in bioreattori, e può essere mediato da microbi specifici o da piante (fitorisanamento)”.
Le biotecnologie sono in velocissimo sviluppo e sono molteplici le applicazioni per l’industria ecosostenibile, lo smaltimento di rifiuti e la produzione di energia, temi su ci il Dipia Inail sta conducendo un progetto di ricerca finanziato dal ministero della salute.
L’uso di agenti biologici e la presenza di biocontaminanti nei siti sottoposti a bonifica comporta rischi ed esposizioni per i lavoratori ed è potenzialmente causa di tre tipi di effetti dannosi sulla salute umana: infettivi, tossici e allergici.
Il rischio biologico deve essere valutato in relazione ad ogni fase della lavorazione e alle specifiche mansioni cui è destinato il lavoratore. Tutte le fasi dell’attività di bonifica devono pertanto essere sottoposte ad attenta valutazione del rischio: dal sopralluogo conoscitivo all’attività di caratterizzazione della contaminazione del sito, dalle operazioni di scavo con carico del suolo sui camion ai carotaggi per prelevare il suolo in profondità e analizzarlo.
Per approfondire: Bonifica dei siti contaminati: Inail sul rischio biologico.