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Lavori in casa, se si chiama il muratore meglio adottare misure di sicurezza.

ROMA – Capita spesso che il proprietario di un’abitazione, in caso di lavori di piccola entità, chiami un artigiano invece di una impresa.
In questo caso, se si verifica un infortunio, il proprietario ha comunque delle responsabilità penali, esattamente come il committente di lavori nei confronti di una impresa, piccola o grande che sia. Di questo però quasi nessuno se ne rende conto ed anzi, spesso, quando ci sono muratori in casa, si tende ad andar fuori fin quando i lavori non siano più o meno terminati.

Ad intervenire nella questione è stata,  il 1° dicembre scorso,  la IV Sezione Penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 42465. La Corte ha stabilito che: “il privato, come committente di lavori edili da svolgersi nella sua casa, risponde di omicidio colposo se l’operaio, in assenza di qualsiasi cautela relativa alla sicurezza, muore durante il lavoro” .
La sentenza è stata emessa relativamente al caso di un lavoratore caduto e morto nel corso della tinteggiatura dei soffitti. Secondo la corte, infatti , il proprietario avrebbe dovuto assicurarsi che l’uomo incaricato del lavoro utilizzasse un’impalcatura adeguatamente protetta con parapetti o comunque con tutte le cautele necessari ad evitare una eventuale una caduta o altri possibili infortuni, cosa che non è avvenuta provocando così la morte dell’uomo. Un infortunio mortale che  al proprietario di casa è costata una condanna a ben 8 mesi di reclusione. La sentenza stabilisce in criterio importante e nega che in caso di prestazione autonoma il lavoratore  sia comunque l’unico responsabile della sicurezza,  indicando invece questa responsabilità anche in capo al committente, anche  nel caso sia semplicemente un privato proprietario di un immobile.
L’unica cosa che nella maggior parte dei casi potrebbe limitare e forse escludere anche la responsabilità dei proprietari è che il lavoro non venga eseguito ad una altezza superiore ai due metri, il che vale per la maggior parte delle abitazioni civili. La  Cassazione specifica nella sentenza, infatti, che al proprietario viene riconosciuta una posizione di garanzia sulla sicurezza del lavoratori nel caso in cui “affida lavori edili in economia ad un lavoratore autonomo di non verificata professionalità e in assenza di qualsiasi apprestamento di presidi anticaduta a fronte di lavorazioni in quota superiore ai metri due”.

Una lettura che  non è chiarissima e che suggerisce comunque, a chiunque debba fare dei lavori in casa, di usare delle cautele e cioè di verificare la professionalità del lavoratore e che vi siano dei dispositivi anti caduta: anche perché mettere in atto qualche misura di sicurezza in più è comunque e sempre preferibile.

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