ROMA – Di ieri la notizia diffusa dal britannico Guardian, secondo il quale in Qatar, nei cantieri per i mondiali di calcio 2022 sarebbero finora morte decine di operai nepalesi, con una forza lavoro immigrata sottoposta a condizioni di lavoro che arrivano a toccare la schiavitù.
Secondo l’inchiesta che il Guardian ha condotto utilizzando anche documenti dell’ambasciata del Nepal a Doha, tra giugno e agosto sarebbero morti per le condizioni di lavoro almeno 44 lavoratori nepalesi. I lavoratori sarebbero sottoposti a orari interminabili, temperature elevate, ritmi insostenibili, con stipendi opassaporti trattenuti per evitare la loro fuga.
Il comitato organizzatore dei mondiali di calcio del 2022 ha diffuso una replica nella quale afferma che le opere direttamente collegate al mondiale non sarebbero ancora iniziate, e di essere preoccupato per queste accuse che riguarderebbero appaltatori e subappaltatori.
In Italia intanto ancora incidenti mortali sul lavoro.
Ieri A Montesarchio, provincia di Benevento, Adriana M. operaia di origine rumene di 38 anni è morta schiacciata da un miscelatore, mentre lavorava in un’azienda per la produzione di agglomerati di quarzo.
Il 24 settembre a Marigliano, provincia di Napoli, Vincenzo Salzano, 41 anni, di Napoli, è morto folgorato mentre lavorata su un traliccio ferroviario.
Il 23 settembre ad Agrigento, Raffaele Provenzano operaio di 54 anni, è morto cadendo da un ponteggio dall’altezza di quindici metri.
Il 21 settembre a Todi, un agricoltore di 67 anni è morto schiacciato da una mietitrebbia.
Il 18 settembre a Montenero di Bisaccia (CB), Cristian Tabelli, 29 anni residente a Cupello (CH) è morto travolto da un palo per anemometro mentre lavorava nel cantiere di un agriturismo.