A conclusione della breve serie di interventi sulle condizioni di mancanza di salute e sicurezza delle scuole come emergono dal rapporto di Cittadinanzattiva 2013, mi pare utile fare riferimento alle linee guida del Ministero dell’Istruzione dell’aprile scorso che si occupano “delle norme tecniche atte a garantire una risposta concreta per la scuola italiana”. Il loro obiettivo è quello di vedere realizzata la scuola “come uno spazio integrato, dove scompare la centralità dell’aula rispetto ad altri ambienti polifunzionali e flessibili in grado di offrire pari dignità alle diverse attività, comfort e benessere”.
A questo presupposto, si legge nelle linee ,“le scelte architettoniche e dei materiali devono garantire alta specializzazione e alta flessibilità” anche per garantire “l’adattabilità degli spazi” in funzione della “vivibilità della scuola, il tempo di utilizzo e il risparmio economico in caso di riconversione… e per configurare la scuola come civic center, in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali”.
- La localizzazione;
- l’orientamento dell’edificio; la qualità ambientale dell’area;
- l’accessibilità;
- la cura degli impianti, dei materiali di costruzioni e di finitura;
- gli arredi
determinano il livello di qualità dell’edificio e possono influenzare positivamente la percezione di comfort, di sicurezza e salute degli studenti.
Nell’attesa che venga dato il via ad una sistematica ed oculata mappatura degli edifici scolastici, le Linee guida ministeriali sostengono che l’anagrafe dell’edilizia scolastica deve porsi in “una visione d’insieme” permettendo anche la valutazione del rischio ambientale (vicinanza a fonti d’inquinamento, un esempio per tutti, i campi elettromagnetici) e il controllo di particolari pericoli per la salute come la presenza di amianto.
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