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I rischi dell’illuminazione a Led

PARIGI – L’Agenzia Nazionale Francese per la Sicurezza Sanitaria, dell’Alimentazione e del Lavoro, ANSES, ha condotto uno studio sulle fonti d’illuminazione a diodi ad emissione luminosa, i LED.

Lo studio ha messo in luce alcuni rischi finora sottovalutati e che devono invece essere presi attentamente in considerazione nelle scelte dei sistemi di illuminazione nei luoghi di lavoro.
Lo studio è stato condotto da un’equipe composta  da oculisti, dermatologi, light designer, e fisici delle radiazioni ottiche facenti parte della Commissione Esperti Specializzati, CES,  dell’Anses.
Il gruppo ha lavorato sia su documentazione scientifica sia conducendo sperimentazioni in vitro e in visu che li hanno portati ad ottenere risultati molto preoccupanti.
Lo studio ha rilevato possibili danni dovuti all’esposizione alla radiazione blu dei LED e danni dovuti all’abbagliamento.

I LED attualmente in uso e in commercio sono LED che hanno una forte componente di luce blu. Il processo più comune per produrre un diodo che emette luce bianca prevede al giorno d’oggi l’utilizzo di una coppia di LED blu con una a fosforo giallo.
La luce bianca prodotta dai LED è molto intensa e  a bassissimo consumo ma implica la possibilità di un danno visivo.
Per quanto riguarda la componente blu della luce è stato sperimentato che questa risulta tossica per le cellule della retina le quali subiscono un forte stress ossidativo quando esposte a questa luce. Il livello di rischio dipende dall’esposizione cumulata cui è sottoposta la persona nel tempo. Non esiste una soglia minima di tollerabilità e l’effetto negativo aumenta in modo tangibile nei soggetti sensibili che presentano patologie degli occhi, che sono sottoposti ad esposizioni ripetute, per professionisti che devono lavorare con illuminazione ad alta intensità, per soggetti fotosensibilii e per i bambini.

Per quanto riguarda il rischio di abbagliamento va considerato che la luce dei LED è molto concentrata e intensa: la luminanza di un LED può superare di mille volte quella di un illuminazione normale per cui i limiti di invadenza per illuminazione in interni sono fissati a 1000 candele a metro quadro. Il livello di irraggiamento dei LED può quindi superare il livello di disagio visivo e risultare  invadente qualunque sia la sua posizione nel campo visivo, oltrepassando la soglia di comfort visuale.

La tecnologia d’illuminazione a LED è molto promettente e i via di sviluppo ma non se ne possono ignorare i rischi pertanto l’Anses raccomanda di escludere l’adozione di illuminazione a LED per l’illuminazione pubblica, di limitarne l’uso in ambienti di lavoro, e chiede di adeguare le norme riguardo la sicurezza fotobiologica dei LED per tener conto e tutelare le popolazioni e i lavoratori, quali gli installatori di impianti di illuminazione, particolarmente esposti a questo rischio.

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