TORINO – Pubblicato dalle Asl To 1 e To2 in collaborazione con DoRS l’opuscolo La difficile “arte” dell’aver cura, il caregiver tra stress e resilienza.
Frutto del lavoro di un gruppo di professionisti che si occupa di promozione della salute mentale, l’opuscolo tratta la figura del caregiver, colui che si prende cura, figura chiave dei servizi di assistenza domiciliari a persone malate, anziane, e le pressioni fisiche e mentali alle quali è sottoposto sul lavoro.
Accudire una persona è un’attività difficile, che può essere destabilizzante, gravosa a livello fisico mentale ed emotivo.
I caregiver (l’80% sono donne), come conseguenza dello stato di tensione cui vengono costantemente sottoposti, possono sviluppare attacchi di rabbia, senso di “inutilità” e senso di colpa, presentare sintomi depressivi e sindromi d’ansia. A questo si possono sommare problemi muscoloscheletrici e un generale peggioramento della salute dovuto alla mancanza di cura di sé (alimentazione, ore di sonno, abitudine al fumo).
Occorre quindi prevenzione. In primo luogo per proteggersi dallo stress correlato il lavoratore nell’assistenza deve fare attenzione a non trascurare le sue esigenze, a non sacrificare tutto il suo tempo libero e a negare il suo bisogno di riposo per dedicarsi all’assistito . Il caregiver dovrebbe inoltre poter condividere la sua esperienza in gruppi di auto mutuo aiuto, contare su uno sportello informativo e sanitario cui rivolgersi in caso di necessità.
Per sostenere questa tipologia di lavoratori la Commissione europea ha promosso il progetto Ring (TransferRing supports for caregivers) che utilizza un kit di strumenti integrati per potenziare le capacità di resilienza di chi è impegnato nei servizi assistenziali:
- ”Una guida per chi si prende cura”;
- il programma Gam per il sostegno emotivo ai caregiver;
- un Dvdcontenente spezzoni di film sul tema;
- un manuale per i formatori che offre indicazioni per l’uso del kit.
Il progetto ha la finalità di potenziare la formazione dei caregiver sia formali (operatori socio- sanitari, assistenti familiari, domiciliari e infermieri) che informali (familiari e volontari). È stato adottato nel 2009 anche dal Comune di Torino e ha dato luogo alla nascita di gruppi di auto aiuto in diversi territori nazionali ed europei; alla realizzazione di una mostra itinerante sull’Alzheimer e all’apertura a Torino di un Alzheimer Caffè, uno spazio informale di informazione e supporto per i familiari che possono portare con sé il congiunto ammalato.
Per approfondire: La difficile arte dell’aver cura. Il caregiver tra stress e resilienza