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Cyberbullismo, cos’è, le cause come riconoscerlo, analisi DoRS Piemonte

TORINO – Pubblicato sul sito del DoRS il documento Il Cyberbullismo Che cos’è, perché occuparsene, le risorse utili, sintesi di riflessioni condotte su fenomeno ormai noto che incrocia violenza, salute e uso delle tecnologie. 

Il cyberbullismo è “un atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo o gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo contro una vittima che ha difficoltà a difendersi”. 

Esistono varie forme di cyberbullismo: diretto, che si esplicita attraverso l’utilizzo di messaggistica istantanea (sms, email, chat); indiretto esercitato attraverso social network in cui gli attacchi alla vittima sono fatti in pubblico e spesso avvalendosi dell’anonimato della rete.

Nel 2006 la psicologa dei comportamenti Nancy Willard, ha proposto una classificazione delle azioni tipiche del bullismo online: ·

  • “Flaming: messaggi online violenti e volgari, che mirano a suscitare battaglie verbali in un forum; ·
  • Harassment (molestie): l’invio ripetuto di messaggi offensivi e sgradevoli mirati a ferire qualcuno; ·
  • Denigration (denigrazione): insultare o diffamare qualcuno online attraverso dicerie, pettegolezzi e menzogne, solitamente di tipo offensivo e crudele, volte a danneggiare la reputazione di una persona e i suoi rapporti; 
  • Impersonation (furto d’identità): in questo caso l’aggressore ottiene le informazioni personali e i dati di accesso (nick name, password) di un account della vittima, con lo scopo di prenderne possesso e danneggiarne la reputazione; 
  • Outing: condividere online informazioni imbarazzanti, segreti o foto di qualcuno; 
  • Trickery (inganno): ottenere la fiducia di qualcuno per poi rendere pubbliche in rete, le informazioni carpite con l’inganno; 
  • Exclusion (esclusione): escludere deliberatamente qualcuno da un gruppo online, per provocare in lui un senso di emarginazione (chat, forum, lista di amici); 
  • Cyberstalking (cyber-persecuzione): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura”. 

Il fenomeno, sia a livello mondiale che a livello nazionale è in continuo aumento. Dai dati più recenti per l’Italia, rilevati da Ipsos per Save the children, risulta che circa il 40% dei minori assiste a atti di cyberbullismo verso propri coetanei che sono attaccati in quanto percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%) orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%).

Il 69% dei minori intervistati ha dichiarato di ritenere il bullismo un problema più grave di droga, alcol e della possibilità di subire molestie da un adulto.

I cyber-bulli prediligono l’uso dei social network (61%). Le azioni più frequenti sono:

  • diffondere foto e immagini denigratorie (59%)
  • creazione di gruppi “contro” (57%).
  • “furto” di mail e messaggi privati resi poi pubblici (48%),
  • inviare sms, mms, e-mail aggressivi e minacciosi (52% che sale al 61% nel caso di ragazze preadolescenti)
  • diffondere notizie false sulla vittima (58%).

Riguardo alle conseguenze del cyberbullismo sulle vittime i ragazzi intervistati hanno evidenziato un impatto sul rendimento scolastico (38%) e sui rapporti sociali (65%) e nel 57% dei casi hanno segnalato anche la possibilità di conseguenze sulla salute mentale come ansia e depressione (63% nelle ragazze tra i 15 e i 17 anni).

A livello medico è provata la relazione tra atti di cyberbullismo e conseguenze sulla salute della vittima: difficoltà di concentrazione, ritiro dalla vita sociale (scolastica e personale), aggressività, ansia, depressione che possono degenerare anche nel suicidio della vittima.

All’urgenza di arginare questo fenomeno in continua espansione hanno risposto diverse realtà con interventi di prevenzione che, come ha dichiarato la dott.ssa Cristina Bonucchi, dell’Unità di analisi dei crimini informatici della Polizia Postale, si rivolgono ai ragazzi, al personale scolastico e alle famiglie per informare e educare a un uso consapevole e corretto della rete e delle tecnologie della comunicazione.

Tra i progetti realizzati in Italia si segnalano il sito Smonta il Bullo del Miur; la campagna Se mi posti ti cancello; Una vita da social progetto di sicurezza organizzato dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Miur.

Per approfondire: Cyberbullismo: impariamo a conoscerlo

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