ROMA – 2.488 infortuni sul lavoro indennizati dal 2009 al 2013 con una riduzione del 36% e 11 casi mortali nel 2013 rispetto ai 3 del 2009. Queste alcune delle informazioni sul settore tessile e abbigliamento diffuse da Inail nel numero di dicembre 2014 del suo periodico Dati. Degli 11 casi mortali del settore nel 2013, 7 riguardano l’incendio di Prato nello stabilimento tessile cinese del dicembre 2013. 272 mila attualmente le persone impiegate nelle mansioni prese in esame, oltre 60 mila le imprese, di tutto il personale impiegato le donne sono più del 60%.
“Tradizionalmente, l’industria Tessile e dell’Abbigliamento si compone di una filiera particolarmente diversificata e completa: filatura, tessitura, finissaggio, biancheria per la casa, articoli tecnici, confezionamento di abbigliamento in pelle, intimo, nonché fabbricazione di articoli di maglieria. La produzione è organizzata prevalentemente in imprese altamente specializzate di piccola e media dimensione che operano anche nei vari distretti industriali”. Tra i maggiori distretti figurano Como, Biella, Prato, Vicenza, Castel Goffredo, Carpi, Treviso, Empoli, Pesaro.
La collocazione territoriale dei vari distretti si riflette sulla geografia del fenomeno infortunistico. Due casi su tre nel 2013 sono stati registrati al Nord, 1.675 casi. Il 62% del totale degli infortuni ha interessato in particolare Lombardia con il 34,2%,
Toscana 16,5%, Veneto 11,5%. Per il terzo dei casi restanti, il 22,7% al Centro e il
10,8% al Sud.
Nel settore il rapporto tra gli infortuni gravi e il totale dei casi indennizati è stato pari al
6,3%, ovvero un punto percentuale in più rispetto all’intero comparto manifattura. La
classe di età più a rischio è stata quella dei 35-49 anni con 1.153 casi.
Malattie professionali e Dms nel settore tessile
Subito dalle donne l’85% delle malattie professionali, con 142 patologie indennizzate, e di queste l’88% è stato causato da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Movimentazione manuale dei carichi, disturbi muscolo scheletrici, sono alcuni dei maggiori rischi per il settore, dovuti in particolare all’utilizzo di lavanderie industriali.
“Tra i rischi tipici delle lavanderie industriali spicca l’insorgenza di disturbi muscoloscheletrici dovuti, soprattutto, alla movimentazione manuale di carichi, a posture incongrue e a movimenti ripetuti. Lo scarico della biancheria sporca, per esempio, implica il sollevamento di sacchi, a loro volta caricati su carrelli da spingere a mano, e anche la riconsegna della biancheria pulita prevede l’uso di carrelli, cui segue il carico di sacchi su furgoni”.
La prevenzione infortuni lavoro nel tessile
Inail in chiusura di documento, segnala alcuni accorgimenti utili a prevenire malattie
e Dms. Tra questi l’eseguire in coppia la movimentazione di carichi oltre il peso limite di 25 kg per gli uomini e 15 kg per le donne, minimizzare il trasporto a mano utilizzando nastri, l’uso di calzature adatte, pavimenti antiaffaticamento, turnover, tempi di recupero.
Info: infortuni lavoro settore tessile Dati Inail
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Lavoro sicuro, dati controlli Toscana Prato
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