ROMA – Avere figli in Italia negli anni 2000 – Approfondimenti dalle indagini campionarie sulle nascite e sulle madri. Pubblicata da Istat un’indagie riguardante le donne, la natalità, il lavoro e le dinamiche della conciliazione vita lavoro. Un volume che analizza con dati statistici a partire dal 2002, il fenomeno del calo delle nascite e le questioni delll’integrazione maternità-impiego. Dove il difficile rapporto famiglia lavoro, si segnala come il “principale vincolo che limita la fecondità in Italia”.
2002, 2005, 2012 (in collaborazione con Isfol), queste le indagini campionarie Istat sulle nascite e sulle madri perni del volume in questione. Dall’introduzione: “La forte riduzione della natalità nel nostro Paese e le conseguenze sull’equilibrio del sistema-popolazione sono a tutti evidenti. […] Il fenomeno della contrazione delle nascite ha riguardato solo marginalmente il primo figlio: almeno fino alle coorti di donne nate nella seconda metà degli anni ’60, circa 4 donne su 5 non hanno rinunciato ad avere almeno un figlio.
Nello stesso tempo i progetti riproduttivi delle donne continuano a prevedere in media almeno 2 figli, come confermato anche dai dati dell’edizione 2012 dell’indagine campionaria sulle nascite e le madri. Queste attese contrastano con gli indicatori di fecondità effettivamente realizzata, calcolati correntemente dall’Istat sulla base delle rilevazioni di fonte anagrafica; questi ci restituiscono, infatti, un quadro di persistente bassa fecondità: 1,4 figli per donna in media nel 2012.
Ne deriva che i vincoli che limitano la fecondità italiana e che hanno fatto conquistare all’Italia il primato tra i paesi meno prolifici intervengono non solo sulla decisione di avere o meno un figlio, ma anche su quella di averne più di uno”.
Conciliazione lavoro e famiglia
Le donne sono sempre più partecipi del mercato del lavoro rispetto al passato, con livelli alti nella motivazione e nell’attaccamento al proprio impiego. Un dato del 2012 però segnala una delle dificcoltà analizzate dal rapporto. Nel 2012 il 22% delle donne intervistate che all’inizio della gravidanza aveva un lavoro, non era più occupata al momento dell’intervista. Il 42,8% delle donne che aveva continuato a lavorare, denunciava problemi nella conciliazione vita lavoro.
L’Istat quindi prosegue nell’elencare una lunga serie di argomenti sul rapporto donne,
famiglia, lavoro. Scelte “riproduttive”, divario tra figli avuti e aspettative, investimenti, istruzione e formazione, contesto delle nascite, le reti formali e quelle informali sulle quali le famiglie possono fare affidamento per la crescita dei figli.
Questo l’indice dell’opera:
- Natalità e fecondità: un decennio tra conferme e rilevanti cambiamenti.
- Il lavoro delle madri prima e dopo la nascita dei figli.
- Qualità della vita e soddisfazione.
- Un solo figlio o più di uno? Le intenzioni di fecondità delle madri.
Info: Avere figli in Italia negli anni 2000