SIENA – Procedure operative per la prevenzione del rischio da esposizione a Radiazioni ottiche artificiali: cappe sterili e lampade germicide. Pubblicato dal Portale agenti fisici Paf un rapporto della USL Siena con i risultati di uno studio sul rischio Radiazione ottiche artificiali proveniente da lampade germicide in cappe a flusso laminare, a parete, a soffitto, e sulla prevenzione dal rischio UVC.
Rischio ROA lampade UV
Descrizione del rischio, metodiche di misura e misure di tutela. Con lampada germicida si intende un particolare dispositivo al mercurio capace di produrre radiazioni ultraviolette con competente spettrale dominante nella regione UV-C, capaci di modificare DNA e RNA dei microorganismi e quindi di impedirne la riproduzione. Si tratta di dispositivi solitamente utilizzati nella disinfezione di cibo, aria, acqua e di solito installati in cappe sterili di laboratorio o a parete, negli ambienti ospedalieri e di ricerca.
Il rischio che dal loro utilizzo deriva, viene identificato dal Testo Unico sicurezza lavoro 81/08 nel Titolo VIII Capo V. Si tratta dell’esposizione a ROA radiazioni ottiche artificiali, in particolare per quando riguarda occhi e cute. Rischio e gravità che dipendono generalmente dalla lunghezza d’onda della radiazione e dalla sua intensità.
“Va a tal proposito ricordato che i limiti di esposizione definiti dal D.lgvo 81/08 definiscono i livelli di esposizione non superabili nell’arco della giornata lavorativa, al di sotto dei quali, di solito, non si verificano effetti dannosi di tipo deterministico in soggetti adulti sani, cioè effetti per i quali è nota la soglia di insorgenza e la cui gravità è funzione dell’entità dell’esposizione. È da tener presente che i limiti di esposizione sono stati fissati per soggetti adulti sani.
Nei casi di soggetti particolarmente sensibili alla radiazione ottica, riportati nel seguito, il rispetto dei limiti di esposizione può non essere sufficiente a garantire la prevenzione di effetti avversi indesiderati e si rende perciò necessario, in fase di scelta delle appropriate misure di tutela, approfondire le valutazioni insieme al medico competente e, nel dubbio, adottare, anche in via cautelativa, ulteriori precauzioni e misure di protezione.
Per tale motivo nell’ambito della valutazione sono prese in considerazione ai fini della prevenzione anche quelle situazioni che presentano livelli di esposizione dell’ordine del 50%-90% del valore limite, che possono essere comunque di interesse per la tutela di soggetti particolarmente suscettibili al rischio”.
Soggetti particolarmente sensibili sono le donne in gravidanza, i minorenni, albini e persone fototipo 1, i portatori di malattie collagene, persone in trattamento con farmaci fotosensibilizzanti. Quindi lavoratori con lesioni cutanne maligne o premaligne, lavoratori con patologie cutanee fotoindotte e fotoaggravate, lavoratori affetti da xeroderma pigmentosus.
Lampade germicide, cappe, parete
Una volta elencate le metodiche, il rapporto procede nell’elencare i risultati della valutazione sia delle cappe sia delle lampade a parete e a soffitto. Indicando nella valutazione misura, condizioni di misura, distanza della lampada, altezza sensore, irradianza efficace, durata massima di esposizione.
Questa una sintesi delle considerazioni. Per le cappe: “le emissioni sono limitate all’intervallo degli UV, essendo la componente spettrale dominate nella regione UVC. Gli organi bersaglio sono la cornea e la cute. Il rischio di esposizione degli operatori alle emissioni UV delle cappe germicida, risulta dipendente dalla tipologia della cappa (presenza o meno dell’interblocco che impedisca l’accensione della lampada in assenza di schermo di protezione ) e dal corretto utilizzo delle stesse, qualora non sia presente un sistema di interblocco […].
Da tali considerazioni emerge che l’informazione e la formazione sul rischio da ultravioletti per gli operatori addetti alle cappe è indispensabile anche per le apparecchiature dotate di interblocco”.
Lampade a parete o soffitto: “le emissioni delle lampade germicida a parete sono nella regione spettrale degli UVC; gli organi bersaglio sono: cornea, congiuntiva, cristallino e cute […].
Sulla base di tali evidenze appare indispensabile che tutti i lavoratori che a qualsiasi titolo accedono ai locali ove sono installate tali lampade siano a conoscenza delle procedure di sicurezza e le rispettino con consapevolezza. È indispensabile prevenire l’accesso al locale a soggetti non protetti, nel caso in cui le lampade siano in funzione”.
Necessarie quindi in ogni caso dovute misure di tutela. Il rapporto elenca nel dettaglio procedure di tutela e di adeguata segnalazione del rischio per le cappe senza interblocco e con chiusura integrale, per la cappe senza interblocco e con chiusura parziale di vetro, per cappe con interblocco e per ambienti con lampade a parete o soffitto.
Info: procedure rischio ROA cappe sterili e lampade germicide