SIENA – Prime valutazioni delle emissioni di campi elettromagnetici da sistemi antitaccheggio. Questo il nuovo documento pubblicato dal Paf Portale agenti fisici nella sezione nella quale raccogliere ricerche interventi e indagini sulla valutazione dei campi elettromagnetici negli ambienti di vita e di lavoro e sui conseguenti interventi di mitigazione.
Campi elettromagnetici nei sistemi antitaccheggio
Il testo, presentato dal Paf nel corso dell’edizione maggio 2015 del DBA, affronta il tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici sia dei lavoratori che della popolazione, derivante dalla presenza di tali sistemi nella gran parte degli esercizi commerciali. Quale la normativa tecnica di riferimento, le avvertenze necessarie nei manuali di installazione di tali sistemi, i livelli di esposizione ai quali sono sottoposti le persone.
Normativa tecnica EAS
I sistemi antitaccheggio o tecnicamente detti Sistemi di sorveglianza elettronica (EAS) rientrano nella famiglia dei sistemi di sicurezza elettromagnetici alla quale appartengono anche i sistemi di identificazione a radiofrequenza (RFID) e i metal detector.
Con frequenze che possono variare da poche decine di Herts a molti gigahertz, tali sistemi utilizzano campi elettromagnetici per circoscrivere una zona di controllo e quindi rilevare in tale zona il bersaglio da comunicare e segnalare.
Queste sono le quattro tipologie di sistemi EAS che si trovano in commercio ora:
- Elettromagnetico (EM) – intervallo frequenze 20Hz-18kHz – Nastro o filo magnetico;
- Acustomagnetico (AM) 58-60 kHz – materiale a deformazione magnetica;
- Radiofrequenza (Swept RF) – 1.8-10 MHz – Circuito risonante LC;
Microonde 902-928 MHz e 2,4-2,5 GHz.
Per quantro riguarda i limiti da rispettare, la norma tecnica di riferimento è la CEI EN 503642, che richiama la Raccomandazione europea 1999/5/EC e le linee guida ICNIRP 1998 che indicano limiti per l’esposizione ai lavoratori che corrispondono ai limiti segnalati dal Testo unico sicurezza lavoro Dlgs 81/2008.
Per quanto riguarda invece le geometrie di misura calibrare sulla forma dell’apparecchio e della zona del corpo sulla quale valutare l’esposizione la norma tecnica di riferimento è inveca la CEI EN 62669 che ha sostituito nel 2013 la CEI EN 50357.
Risultati e conclusioni
Il documento Paf riporta quindi ed è centrato su una serie di indagini di campo condotte su esercizi commerciali di Siena e in alcune zone della Lombardia avviate per verificare livelli di esposizione e conformità dei macchinari utilizzati e dei relativi manuali.
Queste le conclusioni pubblicate: “In tutti i casi analizzati i campi dispersi entro una distanza variabile da 1 a 2 metri da tali sistemi risultano superiori ai livelli di riferimento per la popolazione attualmente in vigore.
Tali superamenti possono arrivare a decine di volte il livello massimo, nella zona di passaggio obbligato fra i varchi. Nell’ambito del presente lavoro non sono state effettuate valutazioni dosimetriche per verificare il rispetto dei lmiti di base per la popolazione, che dovrebbero comunque essere condotto in sede di certificazione di prodotto.
Per quanto riguarda i livelli di azione dei lavoratori, essi sono generalmente rispettati, tranne alcuni modesti superamenti. Ciononostante nei manuali non si trovano quasi mai nè indicazioni sul rispetto dei livelli di riferimento per la popolazione nè di conformità alla norma di prodotto.
I macchinari stessi non mostravano nessun tipo di etichettatura che avvertisse i soggetti particolarmente sensibili. Simili mancanza appaiono ingiustificate alla luce sia delle normative tecniche di prodotto che dalla documentazione reperibile in letteratura. Infatti se per soggetti della popolazione generale come bambini e donne in stato di graidanza il rispetti dei limiti di base per la popolazione generale è sufficiente a garantirne la tutela, per la sicurezza dei portatori di DMI ci si deve riferire ai livelli di riferimento, cioè al rispetto dei valori di esposizione fissati per l’entità dei campi elettromagnetici misurati in ambiente esterno.Il superamento di questi ultimi può portare i casi remoti al loro funzionamento.
Appare quindi evidente la necessità che i manuali di istruzioni di tali apparati contengano adeguata informativa in merito e che sulle stesse apparecchiature sia presente idonea segnaletica in modo da evitare esposizioni inconsapevoli e potenzialmente nocive per soggetti particolarmente sensibili, quali i portatori di pacemaker e dispositivi elettronici impiantati; predisponendo per tali soggetti la presenza di percorsi alternativi o in alternativa il momentaneo spegnimento del varco”.
Info: PAF valutazioni campi elettromagnetici sistemi antitaccheggio
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Paf Banca dati, sistemi antitaccheggio e magnetoscopi