BILBAO – Il futuro del lavoro e le nuove sfide per la sicurezza. Crowdsourcing, competizione, robotica, sostanze dopanti sul lavoro. Pubblicato da Eu-Osha un approfondimento che affronta alcuni tratti probabili o possibili del lavoro del futuro o del lavoro già presente. Velocità, esternalizzazione, necessità di competere e utilizzo di droghe e sostanze, l’intelligenza artificiale.
Un approfondimento che raccoglie tre distinti documenti (in inglese), che cerca di fare il punto sugli sviluppi del mercato del lavoro, sull’arrivo di nuove tecnologie, e su come queste impattano e impatteranno “sulla maniera e sul luogo in cui lavoriamo”.
Crowdsourcing
Oggi parliamo del primo dei tre documenti, del testo riguardante il crowdsourcing. Quali i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’esternalizzazione di mansioni aziendali? Quali i rischi per i lavoratori che si impegnano in tali mansioni?
I rischi sono sia fisici che psicosociali e riguardano sia i lavoratori online che quelli offline.
Per i lavoratori online, quotidianamente su computer, smartphone, i rischi fisici sono:
- scarsa ergonomia di postazioni e dispositivi;
- scarsa illuminazione degli ambienti, riscaldamento;
- scadenze serrate e ritmi di lavoro eccessivi;
- sforzi ripetitivi ed eccessivi della vista;
- mal di testa;
- tali rischi possono essere poco considerati anche a causa di una scarsa formazione sulla sicurezza.
Per i lavoratori offline, meno associati dall’opinione pubblica al crowdsourcing, ma che si occupano spesso di mansioni ad alto rischio come costruzioni, piccola edilizia, auto e taxi, i rischi fisici sono innanzitutto incidenti, infortuni, violenza da parte di clienti, e si amplificano in considerazione di alcune mancanze nella formazione e nella preparazione pratica e normativa alla mansione:
- mancanza di conoscenza o comprensione della normativa pertinente;
- mancanza di chiarezza nelle specifiche di lavoro;
mancanza di dispositivi di sicurezza e indumenti; - pressione per completare il lavoro in tempi brevi;
- interruzioni e distrazioni che portano ad errori.
- lunghi orari di lavoro.
Stress e rischi psicosociali
Quindi i rischi psicosociali. Anche in questo caso sono molte le possibilità di rischio per entrambe le categorie, ma prima di elencarle occorre segnalare ciò che Eu-Osha indica come primario. Ovvero il considerare come nel lavoro in crowdsourcing sia raramente applicabile il modello di analisi valutazione e prevenzione basato sul contesto lavorativo. È
raramente applicabile in quanto i contesti lavorativi sono solitamente vari, quotidianamente differenti, le situazioni lavorative dipendenti dall’impiego ottenuto, le sedi di lavoro mobili.
Ecco una sintesi dei rischi psicosociali:
- precarietà del lavoro e dei pagamenti;
- feedback continui di datori di lavoro e clienti;
- tempi brevi per lavorare e per accettare il lavoro;
- compenetrazione sovente di lavoro e situazioni di non lavoro;
- pressioni nei casi in cui si svolgano lavori emotivamente impegnativi;
- mancanza di certezza sanitaria e assicurativa in caso di malattia o impossibilità nel lavoro;
- isolamento e confronto con team online;
- sviluppo di abitudini dannose e dipendenze per sostenere il lavoro.
Issues
A questo punto il documento Eu-Osha si sofferma su alcune questioni chiave che devono essere risolte nell’ordinamento europeo al fine di inquadrare tali lavori e tali lavoratori e fornire loro la necessaria copertura in leggi e prevenzione.
Le domande interessano argomenti come, lo status di tali mansioni: quali i contratti attualmente in uso, le modalità di impiego più diffuse. Quali gli attori generalmente coinvolti, datori, agenzie, provider, piattaforme.
E da qui, chi sono questi lavoratori. Sia online sia offline. Sono professionisti, autonomi? E ancora, quali le coperture assicurative, o le responsaibilità legali. Cosa accade nel caso di infortunio, o di infortunio in itinere. Di chi la responsabilità per un contenuto calunnioso commissionato ma pubblicato quindi da terza persona.
Direttive
Esistono attualmente vuoti normativi sia in Europa che negli Stati Ue. Vuoti da colmare partendo anche dalla direttiva Fixed Term e Lavoro temporaneo (91/383 / CEE).
Vuoti che oltre alla tutela dei lavoratori riguardano contemporaneamente la certificazione e la formazione di tali lavoratori, la tutela dei consumatori e dei clienti e infine la tutela delle imprese e delle Pmi che non utilizzano crowdsourcing e dello stesso mercato del lavoro. Mercato che nel caso in cui la pratica del crowdsourging non fosse chiara, regolamentata e regolare, potrebbe essere distorto a vantaggio di abitudini irregolari e quindi maggiormente rischiose.
Info:
Eu-Osha il futuro del lavoro, crowdsourcing
Il futuro del lavoro e nel nuove sfide per la sicurezza
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Interpello crowdsourcing aprile 2013