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Agricoltura: ancora un lavoratore morto. L’allarme di Soricelli.

BOLOGNA – Il settore dell’agricoltura ha fatto registrare un altro lavoratore morto: si tratta di Alfredo Costi, agricoltore di Tonao, in provincia di Reggio Emilia, che dopo essere caduto ieri dal suo trattore ed aver battuto la testa nella pala del mezzo, ed era rimasto a lungo a terra, in un vicino torrente, prima di essere soccorso. L’uomo è morto oggi in ospedale anche a causa delle basse temperature alle quali è rimasto esposto. Non si tratta purtroppo di una tragedia isolata né, secondo l’allarme appena lanciato dall’Osservatorio Indipendente di Bologna sugli incidenti sul lavoro, sarà l’ultima.
“Lo scorso anno – dice Carlo Soricelli dell’Osservatorio – ci sono stati, solo in agricoltura, 167 morti sul lavoro in agricoltura. Intendo proprio quelli che sono morti in tutta Italia nei campi svolgendo lavoro agricolo, nel conto non ci sono quelli che hanno avuto incidenti in itinere, altrimenti avremmo una cifra che è quasi il doppio. Quello che però ci allarma è la distribuzione nell’arco dell’anno per questi infortuni. Si vede chiaramente, per tutti e tre gli ultimi anni, che l’aumento di incidenti e morti parte intorno al 10 di marzo, giorno più giorno meno, e si intensifica soprattutto al sud e al centro”.

Questo andamento è stato notato non solo in agricoltura, ma anche nel settore dell’edilizia, i due settori che si spartiscono il record nazionale di morti ed infortuni sul lavoro. Le cause sono facili da intuire, si tratta, infatti, sia nell’uno che nell’altro caso, di lavori che risentono del clima e anche della stagionalità, particolarmente evidente in agricoltura. “Ci sono tanti fattori che abbiamo notato e che sono significativi – dice Soricelli – Uno è che gli infortuni, sia in edilizia che in agricoltura, si intensificano dopo un periodo piuttosto intenso di piogge. Quando piove molto, infatti, sia gli agricoltori che gli edili sono costretti a sospendere il lavoro esterno, ma non appena torna il sereno c’è una vera e propria corsa a recuperare il tempo perduto. Nei campi per motivi naturali, in edilizia perché spesso ci sono dei tempi di consegna che vanno rispettati. E dunque si lavora a maggior ritmo e si fanno straordinari, il tutto però su un terreno – che sia il campo, i tetti o le impalcature  – che è stato reso scivoloso e dunque più pericoloso. Fretta e bagnato diventano così un mix potenzialmente mortale per i lavoratori del settore. Ci si potrebbe addirittura costruire sopra un sistema che segnali il livello di rischio in base all’andamento meteorologico per determinati tipi di lavori, ed è una cosa che stiamo valutando di fare in un prossimo futuro”.
Ma non è solo il meteo che incide sui rischi corsi in agricoltura: un problema che torna sempre è quello dei mezzi agricoli e in particolare dei trattori. “Molto sono obsoleti e non a norma – dice Soricelli – ma anche l’età dei conducenti certamente influisce. Se si pensa che la quasi totalità dei morti sul lavoro di età compresa tra i 65 e i 91 anni avviene in agricoltura, per lo più in seguito a cadute o ribaltamenti di trattori, è evidente che c’è un problema strettamente legato alla guida dei mezzi agricoli, non tanto di quelli che vanno su strada ma di quelli che si usano nei campi. Bisognerebbe domandarsi se queste persone sono ancora capaci di guidare un trattore in massima sicurezza, per di più in terreni difficili e quasi sempre in pendenza, come sono quelli italiani, e chi debba concretamente vigilare su questo”.

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