TERNI – Con due incidenti mortali sul lavoro già avvenuti nella prima metà del mese di febbraio, e per l’esattezza domenica scorsa, la provincia di Terni, in Umbria, sembra voler anticipare i tempi previsti dall’allarme lanciato appena la settimana scorsa dall’Osservatorio Indipendente di Bologna sugli infortuni del lavoro.
L’osservatorio prevedeva, infatti, che l’aumento di infortuni mortali, in particolar modo in agricoltura ed edilizia, si sarebbe registrato a partire da marzo per quanto riguarda le regioni del centro sud. Ma con mezzo mese d’anticipo l’Umbria ha già dato le sue avvisaglie.
Non si tratta di un fenomeno diverso da quello previsto dall’Osservatorio perché le dinamiche e i settori lavorativi ricalcano esattamente le previsioni.
Gli incidenti seguono, infatti, un periodo caratterizzato dalle piogge che solo la scorsa settimana sono cessate nella piccola regione. Campagne ed edilizia si erano fermati ma, non appena è tornato il sereno, s’è fatto buio sulla sicurezza nel lavoro: domenica ci sono stati ben due morti.
Il primo è stato un anziano agricoltore di Porano (Tr), Dino Marangoni, ottanta anni. L’uomo, che stava effettuando alcuni lavori agricoli nel terreno di proprietà, è rimasto vittima del più classico e prevedibile incidente agricoli: il rovesciamento del trattore. E’ morto nella stessa giornata di domenica in ospedale. La dinamica dell’incidente è ormai quella consueta: la pioggia aveva determinato un dislivello sul terreno dove l’uomo è passato con il vecchio trattore a ruote. Un dislivello che fino a pochi giorni prima non c’era e lo ha colto di sorpresa. Il mezzo non aveva barre di protezione del guidatore e cintura di sicurezza, o comunque il dispositivo non era attivato; non si conoscono ancora le dinamiche esatte ma certo è che l’anziano è rimasto schiacciato dal veicolo.
Sicuramente l’età del guidatore ha svolto una funzione importante nell’incidente, cosa anche questa predetta dall’Osservatorio. La dinamica di questo ultimo incidente mortale ricorda da vicino quanto accaduto a settembre, sempre nell’orvietano, sulle colline di Montecchio dove perse la vita un ventenne di Ficulle. Due incidenti troppo simili perché si possa parlare di fatalità e sminuire i rischi dovuti a trattori non adeguatamente equipaggiati con presidi di sicurezza.
Il secondo incidente mortale è invece toccato all’edilizia: un tetto finalmente asciutto dopo il maltempo ha tratto in inganno un trentenne di Avigliano umbro. Il piccolo imprenditore edile si era recato, anche lui di domenica, a fare manutenzione in un capannone della zona industriale di Narni scalo ed è lì che è avvenuto l’incidente. Sul tetto c’era un piccolo buco che l’artigiano voleva sistemare approfittando del girono festivo. Un pannello in plexiglas, tante volte calpestato senza conseguenze, forse indebolito dal gelo che ha colpito l’Umbria nei mesi scorsi, ha improvvisamente ceduto sotto il peso del giovane. Per il trentenne non c’è stato scampo, dopo un volo di oltre otto metri s’è schiantato sul pavimento del capannone, sopra un cumulo di pezzi di ferro ed è morto sul colpo.
E così con due morti in un solo giorno l’Umbria è forse la prima regione del centro sud a dare il via all’impennata di infortuni mortali che, stando alle rilevazioni fatte dall’Osservatorio di Bologna, avrebbe dovuto cominciare fra un paio di settimane.
Come se non bastasse anche il settore edile del sud ha lanciato una prima avvisaglia facendo registrare un morto a Calascibetta (Enna), in Sicilia. La vittima, Checco Giovanni Calandra, è anche in questo caso rimasta schiacciata sotto il peso di una ruspa che, per cause da accertare, si è rovesciata. Aveva 66 anni, i soccorsi non sono serviti a salvarlo e sul caso la Procura ha aperto le indagini.