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Canada, una petizione chiede la messa al bando della produzione di amianto

ABESTOS (CANADA) – In Canada la presenza di amianto è tanto alta da dare il nome a una città il cui sottosuolo ne è particolarmente ricco: Abestos, in italiano amianto, appunto. Abestos è in questi giorni lo scenario di un aspro conflitto tra poteri finanziari che vogliono continuare a trarre profitto dalla estrazioni dell’amianto e cittadini di tutto il mondo che attraverso una petizione online e altre azioni di pressione mediatica stanno inducendo il governo del Quebec a non appoggiare questa impresa.
Il Canada, grazie alle miniere situate tutte nel Quebec, detiene  il 22% della produzionetotale d’ amianto e, dopo la Russia, è il secondo maggior produttore di amianto crisotilo nel mondo e leader mondiale nell’ esportazione: la maggioranza delle oltre 500.000 tonnellate di amianto prodotte annualmente in Quebec vengono destinate verso i paesi del terzo mondo.
In Canada l’estrazione dell’amianto non è vietata. I grandi imprenditori dell’industria dell’amianto sono riusciti ad oggi a non far bandire la estrazione e produzione di materiali contenenti amianto, affermando grazie all’appoggio anche  di una istituzione scientifica l’Asbestos Institute, che essi stessi finanziano, che il rischio ambientale per la cittadinanza e il rischio lavorativo per chi opera nelle miniere e nelle industrie è sotto controllo. Ma una grande parte della comunità scientifica del Canada non è di questo parere e sta mobilitando la comunità scientifica internazionale per arrivare alla definitiva messa al bando dell’estrazione del minerale killer. Ulteriore occasione di scontro è stata la notizia che il governo del Quebec stesse considerando di assegnare ad un gruppo di imprenditori un finanziamento di 58 milioni di dollari per aprire una nuova cava nella città di Asbestos.
Gli scienziati del Quebec Medical College sono insorti e stanno facendo sentire la loro voce in tutto il mondo attraverso  internet con una petizione che richiama l’attenzione del governo su questo tema controverso, si appella ai pareri medici definitivamente prodotti da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e agli appelli promossi dalle organizzazioni internazionali del lavoro che rappresentano 176 milioni di lavoratori provenienti da 151 stati che chiedono la messa al bando definitiva dell’industria dell’amianto.
In un mondo globalizzato non esistono confini e le decisioni locali hanno un impatto globale. Con queste parole i promotori della petizione concludono  il loro appello: “per il bene dell’umanità noi chiediamo con forza che si arresti l’estrazione  e esportazione dell’amianto che continua  torturare  e uccidere persone innocenti in tutto il mondo.” Questa la pagina dove si può leggere e firmare la petizione.

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