ROMA – Si ammalano, muoiono, tutti per il cancro ai polmoni, e tutti nella stessa zona del Salento: sembrerebbe non essere una coincidenza, ma una conseguenza. La causa di questa scia di morti, infatti, sarebbe da ricondurre al lavoro che in passato li ha accomunati: operai emigranti a Niederurnen, in Svizzera, in uno degli stabilimenti della Eternit, l’azienda il cui nome viene ormai automaticamente associato all’amianto, e ai tantissimi morti che nel tempo ha causato. Furono in tanti, infatti, dagli anni ’60 in poi, quelli che andarono Svizzera a lavorare: partivano a gruppi, spesso coetanei dello stesso paese. Molti, poi, sono tornati nei paesi natali, senza sapere però che dentro di loro qualche cosa di terribilmente pericoloso era rimasto, le polveri di amianto. A pochi anni dal ritorno molti sono già morti. Altri, tantissimi, cominciano a mostrare solo ora i segni della malattia.
La notizia è stata rivelata da un giornale locale, e per il suo articolo ha utilizzato i dati provenienti dalla locale Asl di Lecce, che periodicamente monitora lo stato di salute di queste persone perché a conoscenza del lavoro che hanno svolto in passato, collegato al rischio di sviluppare patologie anche dopo 30 e più anni dal tempo in cui avvenne l’esposizione alla sostanza cancerogena. Il monitoraggio di questi lavoratori è facilitato dal fatto che esiste un accordo tra la locale Asl, incaricata di fornire una visita pneumologica gratuita all’anno, e l’Unione dei Comuni ‘Terre di Leuca’.
Di questi ex emigranti tornati in Salento attualmente ne sopravvivono poco più di 450, tutti concentrati tra Corsano, Tiggiano e pochi comuni limitrofi. Quest’anno la Asl ne ha già esaminati 194 e tra questi il 35 per cento ha mostrato tutti i sintomi della malattia. “Una strage di una intera generazione” spiegano in zona, che avrebbe precisi colpevoli poiché l’azienda sapeva dei rischi. Non è un caso che in Italia sia già aperto un maxiprocesso a carico degli ex dirigenti dell’azienda Eternit: proprio nei giorni scorsi si svolta a Torino la 42esiuma udienza.
‘Non ricordo’ è stata una delle frasi che più spesso ha risuonato nell’aula del tribunale. Questo, infatti, dicono gli ex dirigenti Eternit incalzati dalle domande dell’accusa. Non ricordano di aver sentito parlare del rischio mesotelioma, non ricordano bene che fine facessero le polveri. Di anni ne sono passati moltissimi, ben 35, anni durante i quali tantissimi si sono ammalati e sono morti, soprattutto tra gli operai ma anche nelle loro famiglie. Colpisce tuttavia il contrasto tra chi, sindacalisti ed operai, ricorda bene, e chi invece sembra non aver più memoria pur avendo avuto ai tempi ruoli chiave nelle decisioni. Questo anche negli anni ’80, quando dei rischi collegati all’amianto già si parlava molto, tanto che i livelli massimi di fibre che potevano essere nell’ambiente di lavoro furono anche regolamentati da alcuni contratti collettivi del lavoro.