ROMA – Le statistiche relative agli infortuni sul lavoro mostrano che un considerevole numero di morti e infortuni gravi è associato alla presenza di sostanze tossiche, asfissianti o infiammabili, con un’incidenza maggiore nelle attività svolte in ambienti confinati, all’interno dei quali possono venirsi a creare condizioni atmosferiche e ambientali tali da favorire il verificarsi dell’evento incidentale.
Per eseguire la manutenzione, il controllo, la pulizia e la riparazione degli impianti, anche gli operatori dell’industria alimentare e delle bevande sono frequentemente costretti ad entrare in spazi chiusi – serbatoi, tini, vasi di fermentazione, presse per uva e frantoi e simili -. Le condizioni di lavoro diventano, allora, a rischio a causa della mancanza di ossigeno, della presenza di gas tossici, di liquidi e solidi che possono improvvisamente riempire lo spazio lavorativo, di polveri (ad esempio silos farina), della presenza di particolari temperature dell’ambiente – troppo caldo, troppo freddo- e della scarsa visibilità.
Ecco una serie di misure da adottare nello specifico, prima di disporre l’entrata dei lavoratori all’interno di ambienti confinati.
– Controllare che le aperture di accesso abbiano dimensioni tali da permettere sia l’ingresso e l’uscita del lavoratore con tutto l’equipaggiamento sia il recupero in condizioni di emergenza;
– verificare se è possibile aumentare il numero di aperture e migliorare quindi la ventilazione;
– verificare che l’aria sia libera da agenti chimici asfissianti, tossici ed infiammabili e che sia adatta alla respirazione;
– utilizzare un impianto di ventilazione con il prelievo di aria fresca all’esterno e, tramite idoneo ventilatore, il suo invio nell’ambiente di lavoro confinato;
– se il tasso di ossigeno risulta inferiore al 20%, dotare l’operatore di DPI respiratori isolanti;
– se necessario, dotare il lavoratore di idonei DPI di posizionamento, trattenuta, discesa, salita e di arresto caduta;
– garantire idonei sistemi o mezzi di illuminazione in relazione alle caratteristiche dell’ambiente e alla tipologia di intervento da effettuare;
– predisporre un adeguato sistema di comunicazione tra il personale presente all’interno e all’esterno dell’ambiente confinato per consentire una rapida chiamata in caso di emergenza.
Credo di fare cosa gradita nel riportare qui sotto il c. 1 dell’art. 66 del TUS 81/08.
Lavori in ambienti sospetti di inquinamento.
E’ vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione.
L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.