ROMA – La Pubblica Amministrazione, e in particolare le amministrazioni territoriali, possono avere un ruolo determinante per lo sviluppo della responsabilità sociale d’impresa nelle aziende del territorio.
Il nuovo numero di Sicurezza e Prevenzione, newsletter mensile redatta dal Ministero del Lavoro in collaborazione con Il Sole 24 Ore, dedica al tema un ricco articolo.
La responsabilità sociale è un concetto ormai acquisito da economisti di tutto il mondo e recepito anche nel modo politico, tanto che la Commissione Europea da circa dieci anni ne promuove la diffusione e sollecita politiche che facilitino l’integrazione delle preoccupazioni sociali ed ecologiche con le normali istanze commerciali e di profitto delle imprese.
Responsabilità sociale d’impresa è l’assunzione volontaria da parte delle imprese di un codice deontologico attento alle tematiche ambientali e al rispetto dei diritti umani e sociali, ad esempio:
- escludere il lavoro minorile e il lavoro forzato
- impedire qualsiasi discriminazione basata su sesso, razza, orientamento sessuale, politico, religioso
- garantire la sicurezza sul lavoro
- garantire la salubrità del lavoro
Salute e sicurezza sul lavoro rivestono quindi per la responsabilità sociale d’impresa un ruolo di notevole rilevanza.
Ma perché una impresa dovrebbe farsi carico di avere comportamenti confacenti alla responsabilità sociale? Perché in questo modo l’impresa entra in contatto più profondo con i suoi utenti e con il mercato di riferimento, e perché costruisce al suo interno un clima aziendale di rispetto delle varie istanze dei lavoratori, guadagnandone in termini di produttività e competitività sia nell’immediato che massimizzando gli utili nel lungo periodo.
Non si tratta di fare azioni filantropiche ma si tratta di agire in modo responsabile e trasparente perché un comportamento etico va a favore del business.
Il Ministero del lavoro italiano, con piena consapevolezza di questo, tramite la Fondazione per la diffusione della responsabilità sociale d’impresa ha commissionato uno studio per monitorare le iniziative intraprese in questo senso da Regioni e Provincie autonome.
Lo studio, cui hanno partecipato quindici enti, ha confermato uno sforzo diffuso per favorire l’assunzione di responsabilità sociale da parte delle imprese sul territorio nazionale.
Tre aspetti sono stati indagati in modo approfondito:le politiche di promozione della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, le politiche per la conciliazione famiglia-lavoro e le politiche per le pari opportunità.
Le politiche per la promozione della salute e sicurezza sul lavoro sono risultate quelle più incentivate.
Varie Regioni hanno promulgato specifiche leggi per dare orientamenti e linee di indirizzo specifiche per promuovere e aumentare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra le regioni che hanno ritenuto necessario deliberare in modo esplicito in questa materia ricordiamo la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Valle d’Aosta e il Veneto.
Quali gli interventi promossi dalle amministrazioni territoriali? Soprattutto Piani per la formazione e la sicurezza, finanziamenti a progetti di formazione per la salute e sicurezza sul lavoro, servizi gratuiti di consulenza alle imprese per migliorare gli standard qualitativi delle condizioni di lavoro, premi e concorsi per incentivare la promozione della cultura della sicurezza e la diffusione di buone pratiche, ma soprattutto campagne di sensibilizzazione, formazione e informazione.
Gli Enti hanno poi impegnato risorse per incentivare il raggiungimento di alti standard qualitativi attestati dalle certificazioni OHSAS 18001 e SA 8000.
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La sicurezza sul lavoro nella Pubblica Amministrazione – Anfos