NAPOLI – Nelle ultime ventiquattrore a Santa Maria Capua Vetere è morto nelle un operaio di 47 anni: stava guidando una betoniera e ha urtato delle lastre di cemento, una delle quali è caduta nella cabina, schiacciandolo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per capire come si sono svolti i fatti.
Purtroppo non è l’unica morte bianca che quest’anno si è registrata nell’area napoletana. Il 13 gennaio è morto Franco La Motta, schiacciato da un auto elevatore di container: era un operaio di 39 anni e lavorava a Ponticelli, in una zona periferica della città.
Il giorno prima è morto Alessandro Benvenuto a causa del malfunzionamento di un cancello di ingresso, da cui è stato schiacciato: lavorava nella società “Sa.da.meridionale s.r.l. Depositi e trasporti”. Sempre a gennaio sulla linea ferroviaria Roma-Napoli, invece, è morto un ragazzo di 25 anni che stava svolgendo un operazione di disboscamento. E’ precipitato da alcune decine di metri.
La scia di sangue è lunga anche nel 2010 nella zona di Napoli. Il 15 marzo dello scorso anno è morto un giovane di 27 anni: si chiamava Sebastiano Marruso, non era di Napoli ma di Caserta e stava guidando una gru, improvvisamente si è rotto un tubo della pressione idraulica e un pezzo gli è caduto in faccia, uccidendolo. E ancora un altro operaio, Salvatore D’angelo, aveva 56 anni ed è morto a causa di una scossa elettrica, stava lavorando in una cabina dell’elettricità. Ma lunga è anche la lista di incidenti sul lavoro, molti dei quali non sono neppure denunciati. Infatti nell’area napoletana si spesso ricorso al lavoro nero, all’interno di cantieri dove spesso la manovalanza è reclutata tra gli extracomunitari. Pagati poco, ma esposti al rischio di incidenti anche mortali, eludendo le misure di prevenzione previste dal Testo Unico 81 del 2008.