ROMA – La Corte di Cassazione di Roma con sentenza 5437 si è ulteriormente pronunciata sul diritto al risarcimento per danno biologico per usura da stress psicofisico.
La questione riguarda il caso di un lavoratore che aveva presentato ricorso avverso la società datrice di lavoro in quanto sottoposto per alcuni anni ad orari di lavoro estenuanti.
Il lavoratore, assunto con la qualifica di autista, aveva la mansione di accompagnare l’ispettore in case sgomberate o da sgomberare. Oltre a ciò gli veniva inoltre richiesto di presidiare le suddette case perché non fossero rioccupate dagli abusivi; conseguentemente l’orario dì lavoro si allungava a dismisura, con turni che a volte si sovrapponevano l’uno sull’altro.
Pertanto la Cassazione, confermando quanto già stabilito in appello, ha riconosciuto al lavoratore il diritto al risarcimento per danno biologico per essere stato sottoposto a usura da stress psicofisico a causa del numero rilevante e continuativo delle ore di lavoro straordinario.
Quello che invece viene contestato alla Corte d’Appello è la modalità con la quale è stato quantificato il danno.
La Corte d’Apello aveva infatti condannato la società datrice di lavoro ad un risarcimento desunto da principio di equità e corrispondente al 15% dello stipendio corrisposto negli anni in cui il dipendente era sottoposto a queste condizioni di superlavoro. Si contesta di aver determinato la somma relativa al risarcimento in modo apodittico, cioè auto dimostrante e non avvalorato da fondamenti.
La Cassazione sottolinea come il danno biologico è per espressa definizione legislativa “ la lesione all’integrità psicofisica, suscettibile di valutazione medico legale, della persona”.
Il danno biologico da stress non può quindi essere quantificato in via equitativa dal giudice di merito ma è imprescindibile percorrere un iter valutativo che abbia fondamento medico legale.
Poiché la Corte di Appello non si è avvalsa di pareri medico-legali la quantificazione del riconoscimento del danno deve essere rivalutata. Il giudice potrà nominare un consulente tecnico di ufficio per una consulenza medico legale o potrà effettuare in autonomia la scelta a condizione che si pronunci sula base di fondamenti medico legali.