ISTANBUL – L’EU-OSHA ha scelto il “XIX Congresso Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”, in corso in questi giorni a Istanbul (leggi anche EU-OSHA e il progetto OiRA al Congresso di Istanbul), per presentare i risultati della sua ultima ricerca relativa alla salute e sicurezza analizzata dal punto di vista del genere.
Titolo del rapporto è “Rischi e tendenze nella salute e sicurezza delle donne al lavoro”. Il documento in quarantacinque pagine riprende, aggiorna e approfondisce quanto rilevato in materia di salute sicurezza sul lavoro per le donne nelle precedenti ricerche realizzate dall’Agenzia Europea e in dodici capitoli affronta temi quali:
- Le differenze tra gli stati UE;
- tendenze nell’impiego femminile e loro impatto sulle politiche per la salute e sicurezza;
- il lavoro informale;
- gli infortuni sul lavoro;
- esposizione, problemi di salute e disagio occupazionale;
- esposizione combinata a rischi diversi;
- inabilità e riabilitazione;
- conclusioni per la ricerca, la prevenzione e le scelte politiche;
- salute e sicurezza in ottica di genere: esempi di implementazione efficace.
La forza lavoro femminile rappresenta il 45% dei lavoratori ed è una quota in costante aumento. A fronte di una tanto ingente presenza femminile nel mondo del lavoro non corrisponde un’adeguata presa in considerazione della specifica condizione femminile: uomini e donne sono diversi e le politiche per la salute sicurezza devono tenere conto di questa diversità.
Le differenze di genere vanno dalla diversa fisiologia alle diverse condizioni di vita cui donne e uomini sono soggetti e solo riconoscendo queste differenze sarà possibile tutelare realmente la salute e sicurezza delle donne al lavoro.
A oggi in molti casi i limiti di esposizione a diversi rischi sono tarati sulle risposte fisiologiche maschili e altri fattori di disagio sul lavoro quali il carico delle responsabilità familiari, il mobbing, la violenza, la disparità salariale ed altri, non vengono adeguatamente considerati. Le statistiche europee sugli infortuni spesso non analizzano settori dove il lavoro è principalmente svolto da donne come l’insegnamento e i servizi di assistenza sanitaria.
La ricerca attuale porta alla luce tutte queste problematiche e fa emergere nuove preoccupanti criticità: la difficoltà di tutelare le donne che svolgono spesso lavoro non regolare e informale, la necessità di rafforzare la metodologia di valutazione dei rischi psicosociali, rischi che causano un altissimo tasso di disagio e malattia nel mondo del lavoro femminile, l’importanza di adottare politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, l’urgenza di individuare adeguati sistemi di sorveglianza e prevenzione contro i fenomeni di violenza e molestie cui le donne sono spesso esposte.
Per approfondire si può consultare il testo della ricerca (in inglese): New risks and trends in the safety and health of women at work (PDF).