MILANO – Undici ex dirigenti Pirelli, coinvolti nella gestione dell’azienda tra il 1979 e il 1988 sono stati rinviati a giudizio dal Gup Luigi Varanelli nel processo riguardante la morte e la malattia di vetiquattro dipendenti, afflitti da tumore dovuto all’esposizione all’amianto.
Omicidio colposo aggravato (grava la violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro) e lesioni colpose i capi d’accusa, che si riferiscono a fatti avvenuti a cavallo degli anni ‘80 negli stabilimenti di viale Sarca e via Ripamonti. Gli imputati sono ex componenti del Cda ed ex Ad, ai vertici dell’azienda in un momento in cui gli operai stavano lavorando a contatto con l’amianto senza l’ausilio di alcun sistema di protezione. Un contatto causa di forme tumorali gravi e morti per mesotelioma pleurico.
Il procedimento torna in auge dopo due richieste di archiviazione bocciate dal giudice Federica Centonze. Riprenderà in aula il prossimo 19 dicembre nella VI sezione penale. Parti civili i familiari delle vittime e degli operai ammalati, INAIL, ASL Milano e Regione Lombardia.
Pirelli ha diramato una nota per “ribadire il profondo dolore ai propri ex dipendenti colpiti da malattie e alle loro famiglie”, affermando di “aver sempre tutelato al meglio la salute e la sicurezza dei dipendenti con le misure adeguate alle conoscenze tecniche a disposizione nel corso degli anni” e di “non aver mai utilizzato amianto come componente nella produzione degli pneumatici”, “all’ epoca l’uso dell’ amianto negli edifici era pratica comune nelle tecniche di costruzione”.