MILANO – La Procura di Milano ha aperto un nuovo filone di indagini a carico di ignoti sugli stabilimenti Pirelli di viale Sarca e via Ripamonti. Riguardante questa volta venti casi di tumore di carattere eterogeneo in ex lavoratori impiegati tra gli anni ’60 e ’90 nelle strutture succitate.
L’inchiesta nasce dalle denunce dei familiari degli operai deceduti e malati e delle relazioni redatte dalla ASL di Milano. I casi riguardano mesotelioma plurimo, casi per i quali si indaga il legame con la presenza di amianto e tumori alla vescica, ovvero casi per i quali si sospetta la correlazione con l’esposizione all’Ipa e all’ammine. Sostanze tossiche e nocive che si sospetta siano state utilizzate nella lavorazione delle gomme. Omicidio colposo e lesioni colpose aggravate i capi d’accusa.
Il recente procedimento va ad affiancarsi a quello già in corso a Milano, ancora riguardante gli stabilimenti Pirelli, per il quale lo scorso 23 settembre sono stati rinviati a giudizio undici dirigenti della società coinvolti nella gestione dell’azienda nel lasso di tempo tra il 1979 e il 1988. Omicidio colposo aggravato (grava la violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro) e lesioni colpose i capi d’accusa in questo caso. Il procedimento in questione, tornato in auge dopo due richieste di archiviazione bocciate dal giudice Federica Centonze, riprenderà in aula il prossimo 19 dicembre nella VI sezione penale. Parti civili i familiari delle vittime e degli operai ammalati, INAIL, ASL Milano e Regione Lombardia. (Amianto, undici rinvii a giudizio nel processo Pirelli).