BARLETTA – A poco più di un mese dal tragico crollo della palazzina è emerso un nuovo elemento rilevato dalla Commissione d’indagine del Senato sul lavoro nero e sugli infortuni sul lavoro: nello stesso giorno del disastro un uomo denunciava ai carabinieri la presenza non autorizzata di un escavatore accanto alla palazzina poi collassata.
Lo ha comunicato il senatore Oreste Tofani nel corso della conferenza stampa che si è tenuta in conclusione delle audizioni che la Commissione di inchiesta sul lavoro nero e gli infortuni sul lavoro ha tenuto il 7 novembre presso la prefettura di Barletta.
Il presidente Tofani ha commentato così il nuovo elemento acquisito: “Nel corso dell’indagine emerge chiaramente che c’è qualcuno che ha agito fuori da quello che gli era consentito. Appare infatti singolare che, mentre quella palazzina collassava, un uomo, per conto anche dei datori di lavoro delle vittime di quel crollo, si recava dai carabinieri per denunciare che in quel cantiere era al lavoro un escavatore”.
La Commissione si è recata a Barletta per condurre un’inchiesta che ha lo scopo di “far diminuire il numero degli infortuni sul lavoro e, ove fosse necessario, modificare il quadro normativo, magari snellendolo, per prevenirli”. Alla presenza dei senatori Vincenzo De Luca, Angela Maraventano, Paolo Nerozzi e Ada Spadoni, il senatore Oreste Tofani ha ascoltato il sindaco di Barletta, Nicola Maffei e il capo della Procura di Trani che con il suo sostituto indaga sul crollo del 3 ottobre per il quale nove persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Sono poi stati ascoltati rappresentanti di associazioni di categoria, Confindustria, Api, Cna, Confartigianato, il comandante provinciale dei VV.F., i rappresentanti delle forze dell’ordine, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, il responsabile provinciale del Nucleo ispettorato del lavoro e dell’Inps, il direttore dell’ufficio provinciale del Lavoro e i rappresentanti delle associazioni di imprenditori.
Quello che emerge è il quadro preoccupante di un territorio dove una radicale deindustrializzazione ha causato situazioni di profondo malessere. Dagli anni ’80 ad oggi Barletta ha perso il suo ruolo leader nel settore manifatturiero di calzature e tessili con conseguente perdita del lavoro per 40.000 operai e la dismissione del’80% dei capannoni. Il tentativo di resistere ha portato alla proliferazione di una miriade di piccole imprese non completamente in regola. Le precarie condizioni di lavoro e l’ irregolarità sono quindi le radici della realtà da cui è scaturita la tragedia del crollo della palazzina.
Dichiara ancora Tofani: “Il lavoro nero e il crollo di una palazzina possono apparentemente sembrare lontani e sconnessi fra loro, ma sono in realtà racchiusi nella medesima cornice: un quadro fatto di difficoltà e disagio”. E conclude: “Bisogna mettere in condizione gli imprenditori di operare nella legalità, con meccanismi che consentano loro di emergere, meccanismi che ci sono e che, forse, è necessario incrementare”.