TORINO – “Gli imputati hanno accettato il disastro e hanno finito per agire con dolo intenzionale”. Questa la dichiarazione del pubblico ministero Raffaele Guariniello a conclusione delle repliche dell’accusa nei confronti dei due imputati del processo Eternit, Stefan Schmidheiny e Louis de Cartie, accusati di disastro ambientale doloso e omissione volontaria di cautele nei luoghi d lavoro.
I due devono rispondere di tremila vittime correlate all’amianto presente nei quattro stabilimenti Eternit delle città di Cavagnolo (TO), Casale Monferrato (AL), Rubiera (RE) e Bagnoli (NA). Per loro il Pm Guariniello ha già chiesto vent’anni di reclusione, pena e capi d’accusa motivati dal “prolungamento del comportamento degli imputati nel tempo”.
“Una tragedia immane. Mi sono voluto rileggere le pene inflitte dalla Cassazione per i casi più gravi di disastri e morti e mi sono reso conto che una tragedia come quella rivissuta in questo processo non l’avevo mai letta” – aveva commentato in precedenza Guariniello nei giorni della formulazione della richiesta di condanna – “Una tragedia che ha colpito popolazioni di lavoratori e di cittadini che continua a fare morti e si è consumata in Italia e in altre parti del mondo con una regia senza che mai nessun tribunale abbia chiamato i veri responsabili a risponderne. […] Gli imputati non si sono limitati ad accettare il rischio che il disastro si verificasse e continuasse a verificarsi ma lo hanno accettato e lo accettano ancora oggi.[..] Sono mossi dalla precisa volontà di negare la canceroginità dell’amianto e di proseguire l’attività a tutti i costi.”