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Amianto, mesotelioma e Registro Nazionale ReNaM 1993-2008, fact sheet INAIL

ROMA – Pubblicata da Inail settore Ricerca, dipartimento Medicina del lavoro, la scheda Amianto e mesotelioma: il Registro Nazionale 1993-2008.

La pubblicazione riporta informazioni e dati riguardanti consumi e utilizzo dell’amianto in Italia, i danni per la salute, la sorveglianza epidemiologica sui casi di mesotelioma, distribuzione territoriale dei casi di mesotelioma segnalati al registro nazionale e tipo di esposizione professionale.

“L’amianto è un minerale presente in natura della classe dei silicati caratterizzato da bassa conducibilità termica e da elevata resistenza alla trazione e agli agenti chimici”. Sono queste le caratteristiche che hanno determinato il fatto che il materiale fosse in passato largamente usato in vari contesti produttivi come isolante termico, elettrico o acustico.

L’Italia fino alla fine degli anni ’80 è stata il secondo maggiore produttore europeo di amianto in fibra: 3.748.550 le tonnellate di amianto grezzo consumate dal dopoguerra al 1992 (data della messa a bando della fibra killer) con un picco di produzione tra gli anni 1976 e 1980 (160.000 tonnellate/anno prodotte).

Le polveri contenenti fibre d’amianto, respirate, possono causare patologie gravi e irreversibili: l’asbestosi, il carcinoma polmonare, il tumore della laringe, dell’ovaio e il mesotelioma delle membrane sierose della pleura, del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo. Per questo nel 1992 con la legge 257 la sua lavorazione e produzione sono state messe al bando.

Le malattie asbesto correlate rappresentano una delle attuali emergenze sanitarie in Italia dove, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2002 è stato istituito il ReNaM Registro nazionale mesoteliomi cui è affidata la sorveglianza epidemiologica su tutti i casi di mesotelioma segnalati.

Il registro ha una struttura reticolare composta dai COR, Centri operativi regionali, istituiti presso tutte le Regioni tranne il Molise e la P.A. di Bolzano. Compito dei COR è identificare tutti i casi di mesotelioma insorti nel proprio territorio e individuarne le cause analizzando la storia professionale, residenziale, familiare e ambientale dei soggetti ammalati per verificare la correlazione tra malattia ed esposizione ad amianto.

I risultati dell’attività svolte dal ReNaM fino a oggi documentano che nonostante siano venti anni che l’amianto è fuori legge l’incidenza della malattia ancora non decresce.
Questo viene spiegato dal lungo periodo di latenza che caratterizza il mesotelioma: è mediamente di oltre 25 anni il periodo che intercorre fra l’inizio dell’esposizione ad amianto e la manifestazione della malattia.

L’archivio del ReNam comprende 15.845 casi di mesotelioma maligno diagnosticati dal 1993 al 2008. Le regioni più colpite risultano il Piemonte, la Lombardia e la Liguria.
Nello specifico la distribuzione su mappa della patologia  permette di riconoscere a colpo d’occhio la forte incidenza della malattia:

  • a Casale Monferrato (Alessandria), Broni (Pavia), Bari, aree industriali dove erano presenti stabilimenti di produzione di manufatti in cemento amianto;
  • a Savona, Genova, La Spezia, Trieste, Livorno, Ancona, Taranto, Castellamare di Stabia (Napoli) e tutte le altre aree dove l’amianto era utilizzato nella cantieristica navale;
  • nelle aree dell’industria chimica e petrolchimica come ad Augusta in Sicilia;
  • nell’area di contaminazione ambientale di Biancavilla Etnea (Catania) dove una forte concentrazione di amianto è presente in natura.

La malattia molto raramente viene diagnosticata prima dei 45 anni (2,3% dei casi): età media alla diagnosi è 69,2 anni. Il 71,6 % gli uomini, 29,4% le donne.

In merito a organi e localizzazione della malattia: il 93% dei casi di mesotelioma riguarda la pleura, 6,4% i casi peritoneali, 41 i casi di mesotelioma pericardico e 51 insorti a carico della tunica vaginale del testicolo.

Come detto si tratta di patologie molto gravi e irreversibili per le quali il tempo che passa fra la diagnosi e il decesso è molto breve: mediamente intorno a 9 mesi per i casi pleurici e 6 mesi per i casi peritoneali.

In merito alle cause, per 12.065 dei casi segnalati sono state approfondite le modalità di esposizione ad amianto. Queste, analizzando i dati elaborati dal ReNam, risultano essere:

  • “il 69,3% di origine professionale;
  • il 4,3% di origine ambientale (il soggetto si è ammalato in conseguenza della residenza nei pressi di un sito contaminato);
  • il 4,4% familiare (il soggetto si è ammalato per la convivenza con un familiare esposto);
  • l’1,6% a causa di un’attività di svago.”

Per il 20,4% dei casi l’esposizione è ignota o improbabile.

Edilizia, cantieristica navale, industria pesante (metalmeccanica), metallurgia, industria del cementoamianto, industria tessile e dei rotabili ferroviari, questi i settori professionali maggiormente colpiti, anche se casi di mesotelioma si registrano pure per altri settori per i quali l’avvenuta esposizione ad amianto risulta inaspettata.

Per approfondire: Amianto e mesotelioma:il Registro Nazionale (1993-2008).

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