ROMA – Eternit, condanna annullata, reato prescritto. Ieri sera dopo due ore di camera di consiglio la Suprema Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’appello di Torino del giugno 2013 e la condanna a 18 anni di reclusione per Stephan Schmidheiny.
La Corte di Cassazione presieduta da Arturo Cortese ha quindi accolto la richiesta del procuratore generale Francesco Iacoviello che nella giornata di ieri aveva richiesto l’annullamento senza rinvio per prescrizione dei reati. Oggetto del giudizio sembra sia stata la possibilità di esistenza giuridica del reato di disastro ambientale, dichiarato prescritto in quanto risalente al 1986. “Non erano, quindi, oggetto del giudizio i singoli episodi di morti e patologie sopravvenute, dei quali la Corte non si è occupata”.
Inchiesta bis. Dalla tarda mattinata i quotidiani online stanno diffondendo la notizia dell’imminente conclusione del secondo filone di inchiesta che la procura di Torino sta conducendo sulle morti da amianto Eternit. L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Gianfranco Colace e da Raffale Guariniello dovrebbe riguardare più di 200 morti correlabili all’esposizione all’amianto nelle zone e nelle fabbriche di Casale Monferrato e Cavangolo.
Omicidio volontario continuato e pluriaggravato i reati che dovrebbero essere contestati a Stephan Schmidheiny come unico indagato.