ROMA – Liberi dall’amianto. I piani regionali, le bonifiche e l’impatto sulla salute. Questo il rapporto che Legambiente ha appena pubblicato online e che presenterà domani 29 aprile a Roma in un incontro convocato al Senato.
Amianto, a 23 anni dalla messa al bando. Oggi contemporaneamente alla “Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro” ricorre la “Giornata mondiale per le vittime dell’amianto”, vittime il cui numero continua a crescere e che dai vari rapporti, convegni istituzionali presentati nei mesi e negli anni trascorsi, sappiamo sia destinato a crescere ancora.
Legambiente nel suo rapporto analizza presenza del materiali, mappatura, piani regionali, interventi di bonifica.
Le morti per amianto
Attualmente l’amianto in Italia causa 4mila morti l’anno. Dal 1993 al 2008 sono stati 15mila i casi di mesotelioma maligno diagnosticati in Italia (fonte Renam Inail). Tra il 1920 e il 2012 6.786 persone al giorno sono morte in Europa per mesotelioma, 452 per asbestosi. Ancora in Europa tra il 1994 e il 2010 sono stati oltre 100mila i decessi da amianto.
Dati enormi dai quali deriva l’attenzione per la quantità di materiale ancora presente in Europa e in Italia e per l’emergenza continua della bonifica.
Censimenti e bonifiche
Ora sono 32milioni le tonnellate presenti sul territorio italiano su stime Cnr Inail e il Ministero dell’Ambiente segnala 75 mila ettari con presenza accertata. Dal rapporto Legambiente si può dedurre come i numeri siano da considerare provvisori e in ogni caso non assoluti, perché incompleta è la mappatura compiuta dalle Regioni, pochi i censimenti e pochi infine i Piani regionali amianto realizzati previsti dalle Legge 257 92.
Il censimento è stato realizzato solo in dieci Regioni e già da queste rilevazioni, emerge come su 230mila strutture censite 188.000 edifici pubblici e privati e 6.913 siti industriali presentino amianto.
Considerazioni analoghe provengono dalla mappatura conclusa anche qui dalla metà delle Regioni, mappatura confluita nella banca dati del Ministero dell’Ambiente e che attualmente riporta 38.000 siti e di questi 300 in classe 1, ovvero con urgente bisogno di bonifica e risanamento.
Per quanto riguarda le bonifiche, attualmente sono 27.020 gli interventi effettuati, 26.868 quelli in corso, e con un andamento simile si stima occorrano non meno di 85 anni per completare il risanamento. Risanamento che stride infine anche con la disponibilità di impianti di smaltimento specifici. Sono 24 oggi, presenti però in 11 Regioni.
“Il risanamento ambientale, la bonifica e il corretto smaltimento dei materiali contenenti amianto devono essere le priorità per portare a zero il rischio connesso con l’esposizione alla pericolosa fibra” – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti – “Per questo però occorre un serio impegno da parte innanzitutto delle Regioni e degli altri enti locali e nazionali competenti. Fino ad oggi, purtroppo, i risultati ottenuti sono molto scarsi. È urgente intervenire tanto sui grandi siti industriali quanto sugli edifici pubblici e privati; bisogna completare il censimento e gestire con attenzione i sistemi e gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei materiali contenenti amianto. E’ poi necessario promuovere una corretta informazione sul problema amianto, su come comportarsi per eseguire interventi corretti e sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre dovuta al deterioramento delle strutture ma anche allo smaltimento illegale dei materiali”.
Info: Legambiente “Liberi dall’amianto”