ROMA – Nella seduta del 4 luglio 2012 la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro dando applicazione a quanto stabilito all’art. 6 del D.Lgs. 81/08 ha proceduto alla validazione delle seguenti buone prassi:
- “Realizzazione di una piattaforma rialzabile in zona poppiera in un peschereccio con attrezzi a bocca fissa detti “rapidi”;
- realizzazione di un peschereccio nuovo con attrezzi a bocca fissa detti “rapidi” con riprogettazione di tutta la linea produttiva”;
- realizzazione di due vasche di raccolta (baie) del pescato in zona poppiera su un peschereccio al traino con rete “volante”;
- la buona pratica di Casole d’Elsa per la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro nei cantieri edili”.
Le prime tre procedure, tutte segnalate dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche- Area Vasta 2 Ancona- Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, illustrano processi migliorativi adottati da imprese del settore della pesca per migliorare le difficili condizioni in cui operano i lavoratori di questo comparto.
In particolare si tratta di migliorie apportate su pescherecci per facilitare le operazioni di scarico e trattamento del pescato, operazioni che costringono i lavoratori a posizioni incongrue, esposti a condizioni climatiche avverse per lunghi periodi e a rischiose operazioni di sollevamento manuale dei carichi.
I tre diversi interventi si pongono l’obiettivo di ridurre le posture incongrue e del sovraccarico del rachide, di ottimizzare i tempi di esecuzione di alcune operazioni, di limitare il tempo di esposizione a condizioni metereologiche avverse e di intervenire nella movimentazione dei carichi, riducendo numero e peso dei carichi da sollevare a mano e rendendo l’ambiente di lavoro più sicuro, riducendo le cause di scivolamento.
La terza prassi, già riconosciuta a livello internazionale dall’EU-OSHA che le ha attribuito il Good Practice Award 2001 e dal Network Europeo per la Promozione della Salute sul Lavoro, ENWHP, è rivolta al settore delle costruzione ed è consistito nel coinvolgimento volontario e collaborativo di tutti i soggetti, a vario titolo interessati alla realizzazione di un’importante opera di ristrutturazione edile in provincia di Siena. Comune, committente, organo di vigilanza, INAIL, imprese, organizzazioni sindacali, associazioni dei datori di lavoro, Enti Bilaterali hanno a tal fine hanno sottoscritto un protocollo di intesa che in sintesi prevedeva:
- “idoneità delle imprese che svolgono i lavori
- conformità alle norme vigenti dei piani di sicurezza e coordinamento e dei piani operativi di sicurezza;
- coinvolgimento dei lavoratori, attraverso gli RLS e le organizzazioni sindacali;
- interventi di formazione ed informazione dei lavoratori;
- raccolta, da parte dei medici competenti delle imprese coinvolte, dei dati sanitari dei lavoratori;
- organizzazione degli interventi di primo soccorso;
- l’adozione per tutti i lavoratori di un cartellino di riconoscimento, registrato dal Comune, che garantisca: la regolarità del rapporto di lavoro, la formazione sugli aspetti di igiene e sicurezza sul lavoro, la conoscenza del lavoro e delle tecniche di intervento specifico, l’idoneità sanitaria;
- monitoraggio dei dati del cantiere”.
Questi i benefici ottenuti con l’applicazione della buona pratica di Casole d’Elsa: “la riduzione dei rischi per i lavoratori, una migliore organizzazione del lavoro, una migliore formazione dei lavoratori, il contenimento del ricorso al lavoro irregolare, la riduzione del rischio di violazione della normativa vigente; le aziende che aderiscono alla buona prassi infine possono più facilmente adottare i Sistemi di Gestione della Sicurezza e possono richiedere la riduzione del premio INAIL”.
Per approfondire: Buone prassi salute e sicurezza lavoro.