La segretezza della posta elettronica di un dipendente resta anche in caso di difesa in giudizio da parte di un’azienda. Si legge nella newsletter del Garante per la Protezione dei dati personali del 15 marzo 2023.
Il Garante ha affrontato il caso di un’azienda che ha mantenuto aperto l’account di posta di una collaboratrice con la quale ha poi interrotto la collaborazione.
Un’azienda che aveva sostanzialmente utilizzato l’account della ex dipendente per contattate potenziali clienti in precedenza trattati dalla stessa.
Così la nota del Garante: “né l’esigenza di mantenere i rapporti con i clienti né l’interesse a difendere un proprio diritto in giudizio, legittimano un tale trattamento di dati personali. Per realizzare un adeguato bilanciamento degli interessi in gioco (necessità di prosecuzione dell’attività economica del titolare e diritto alla riservatezza dell’interessato) sarebbe stato sufficiente attivare un sistema di risposta automatico, con l’indicazione di indirizzi alternativi da contattare, senza prendere visione delle comunicazioni in entrata sull’account”.
Segnalata inoltre l’assenza di riscontro alla richiesta di cancellazione della casella e di informativa sul trattamento dati.